Bartonellosi: sintomi, cause, diagnosi e terapie efficaci

Indice

Cos’è la bartonellosi

Definizione e origine del termine

La bartonellosi è una malattia infettiva causata da batteri del genere Bartonella, microrganismi intracellulari che colpiscono l’uomo e numerosi animali, in particolare i gatti. Il termine deriva dal batteriologo Peruvian Alberto Barton, che per primo identificò il patogeno responsabile della cosiddetta “febbre di Oroya”. Oggi il termine bartonellosi viene utilizzato in senso ampio per indicare le diverse infezioni causate da varie specie di Bartonella, tra cui Bartonella henselae, Bartonella quintana e Bartonella bacilliformis.

Conoscere la bartonellosi è fondamentale per chi vive a stretto contatto con animali domestici, specialmente per i proprietari di gatti, che possono essere portatori asintomatici del batterio. Questo rende importante la prevenzione e la diagnosi precoce, dato che l’infezione, se trascurata, può portare a complicazioni anche gravi in persone immunodepresse.

Tipi di Bartonella e specie coinvolte

I principali ceppi di Bartonella che causano la bartonellosi sono tre, ognuno associato a un quadro clinico specifico. La comprensione di questi ceppi è essenziale per orientare correttamente la diagnosi.

Bartonella henselae e la malattia da graffio di gatto

La forma più nota di bartonellosi è la malattia da graffio di gatto, provocata da Bartonella henselae. Questa infezione è relativamente comune nei bambini e negli adulti che vengono graffiati o morsi da gatti portatori del batterio. Il sintomo più tipico è l’ingrossamento dei linfonodi nella zona del graffio.

Altri ceppi di Bartonella (B. quintana, B. bacilliformis)

Bartonella quintana è responsabile della febbre delle trincee, storicamente diffusa tra i soldati durante la Prima Guerra Mondiale e trasmessa dai pidocchi del corpo. Bartonella bacilliformis provoca la febbre di Oroya, una malattia endemica in alcune aree del Sud America, caratterizzata da anemia severa. Comprendere queste differenze aiuta a contestualizzare la bartonellosi anche in ambito di viaggi internazionali e medicina tropicale.

Cause e modalità di trasmissione della bartonellosi

Contatto con animali (gatti, cani)

La bartonellosi viene trasmessa all’uomo principalmente attraverso il contatto con animali domestici, in particolare i gatti. Il graffio o il morso di un gatto infetto è il principale veicolo di trasmissione. Anche i cani, seppur più raramente, possono fungere da serbatoio. Per questo motivo è fondamentale il controllo sanitario periodico degli animali.

Punture di pulci e zecche

Un’altra importante via di trasmissione è rappresentata dalle punture di pulci e, in misura minore, di zecche. Questi parassiti possono ospitare il batterio e trasmetterlo attraverso il loro apparato boccale. Il controllo dei parassiti sugli animali da compagnia è quindi una misura preventiva cruciale per ridurre la circolazione della bartonellosi in ambiente domestico.

Altri vettori meno comuni

In rari casi, la bartonellosi può essere trasmessa da altri insetti ematofagi, come i pidocchi del corpo umano (B. quintana). Questa via di trasmissione è oggi poco frequente nei Paesi industrializzati, ma può ancora rappresentare un rischio in contesti di povertà estrema o durante viaggi in aree endemiche.

Comprendere le modalità di trasmissione è il primo passo per elaborare strategie efficaci di prevenzione. La gestione dell’igiene degli animali, la disinfestazione regolare e l’attenzione ai graffi o morsi sono elementi chiave per ridurre l’incidenza della bartonellosi.

Sintomi della bartonellosi

Sintomi più comuni negli esseri umani

La bartonellosi presenta un quadro clinico variabile a seconda della specie di Bartonella coinvolta e dello stato immunitario del soggetto colpito. Nei casi più comuni, come nella malattia da graffio di gatto, i sintomi iniziano a comparire dopo un periodo di incubazione che va da 3 a 10 giorni.

Il primo segnale è spesso una piccola papula o pustola nella zona del graffio o del morso, che può passare inosservata. Successivamente, compare linfoadenopatia (linfonodi ingrossati), sintomo cardine della bartonellosi. I linfonodi colpiti risultano dolenti e ingrossati, in genere nella zona prossimale alla ferita (ad esempio, ascellari per graffi a mano o braccio).

Linfonodi ingrossati

L’aumento di volume dei linfonodi è uno dei sintomi più indicativi. In alcuni casi, possono diventare così grandi da risultare visibili e causare dolore locale. Nei pazienti immunocompromessi, l’infiammazione può estendersi ad altri organi, creando lesioni epatiche o spleniche visibili con ecografia.

Febbre e stanchezza

La bartonellosi si accompagna spesso a febbre moderata, spossatezza e malessere generale. Alcuni pazienti riferiscono dolori articolari e cefalea persistente. Nei casi di Bartonella quintana, la febbre può essere ricorrente, da cui il termine “febbre delle trincee”.

Sintomi negli animali domestici

I gatti, principali vettori della bartonellosi, sono spesso asintomatici, il che rende più difficile prevenire la trasmissione all’uomo. Tuttavia, in alcuni casi possono presentare segni clinici.

Segnali clinici nei gatti

In rari casi, un gatto affetto da bartonellosi può mostrare gengiviti, stomatiti, congiuntiviti croniche o episodi di febbre. La presenza di questi sintomi dovrebbe spingere il proprietario a rivolgersi a un veterinario per test specifici.

Segnali clinici nei cani

I cani possono sviluppare segni più marcati: endocardite, letargia, perdita di peso e zoppia. Anche se meno frequente, la bartonellosi canina rappresenta un rischio, soprattutto in soggetti immunodepressi o anziani.

Riconoscere i sintomi è essenziale per una diagnosi precoce e per prevenire complicazioni. La presenza di linfonodi ingrossati dopo un contatto con un gatto dovrebbe far sospettare la malattia e indurre a eseguire controlli mirati.

Diagnosi e test disponibili

Esami del sangue

Per confermare la bartonellosi, il primo passo è rappresentato da esami del sangue completi, che possono evidenziare una risposta infiammatoria (aumento VES, PCR elevata) e in alcuni casi alterazioni ematologiche come anemia o leucocitosi.

Test sierologici e PCR

I test sierologici, come l’immunofluorescenza indiretta (IFA) o ELISA, rilevano la presenza di anticorpi contro Bartonella henselae. Tuttavia, la sola sierologia non è sempre sufficiente, poiché alcuni gatti e umani possono essere portatori senza sviluppare sintomi evidenti.
Il test PCR (reazione a catena della polimerasi) rappresenta l’esame più specifico per identificare il DNA del batterio nel sangue o nei tessuti, confermando in modo diretto la presenza della bartonellosi.

Diagnosi differenziale con altre malattie

La sintomatologia della bartonellosi può essere confusa con altre patologie che provocano linfoadenopatia, come mononucleosi infettiva, toxoplasmosi, linfomi e altre infezioni batteriche. È quindi fondamentale una valutazione accurata da parte del medico, che può includere ecografia dei linfonodi, biopsia o ulteriori esami per escludere altre cause.

Una diagnosi corretta permette di instaurare un trattamento mirato e di evitare l’uso inappropriato di antibiotici. Nei pazienti immunocompromessi, la conferma diagnostica è particolarmente importante per prevenire complicanze sistemiche.

Trattamento e terapia per la bartonellosi

Terapia antibiotica raccomandata

Il trattamento della bartonellosi dipende dal tipo di infezione e dalla gravità dei sintomi. Nei casi lievi, come la malattia da graffio di gatto in individui sani, la patologia tende a risolversi spontaneamente in 2-4 settimane senza terapia. Tuttavia, quando i sintomi sono importanti o persistenti, si ricorre all’uso di antibiotici mirati.

Scelta dell’antibiotico

Gli antibiotici più utilizzati includono azitromicina, doxiciclina e rifampicina. L’azitromicina è spesso considerata il farmaco di prima scelta per i pazienti immunocompetenti, grazie alla sua buona tollerabilità e alla breve durata del trattamento. Nei casi più complessi o in pazienti immunodepressi, può essere necessario associare due antibiotici per aumentare l’efficacia.

Durata del trattamento

La durata della terapia varia da pochi giorni per le forme lievi fino a 4-6 settimane per le forme complicate, come l’endocardite da Bartonella o le infezioni disseminate. È importante completare l’intero ciclo terapeutico per evitare recidive e ridurre il rischio di resistenza batterica.

Terapie di supporto e follow-up

Oltre agli antibiotici, il trattamento della bartonellosi può includere farmaci antipiretici per abbassare la febbre e antidolorifici per alleviare il dolore ai linfonodi. Nei casi più gravi, può essere necessario il drenaggio chirurgico dei linfonodi suppurati.
Il follow-up clinico è essenziale: i pazienti devono essere rivalutati dopo il completamento della terapia per verificare la risoluzione dei sintomi e monitorare eventuali complicazioni.

Il corretto approccio terapeutico permette di ridurre significativamente i sintomi e prevenire danni a lungo termine, specialmente in soggetti immunodepressi. Il coinvolgimento di un medico infettivologo può essere utile nei casi più complessi.

Prevenzione della bartonellosi e buone pratiche

Controllo dei parassiti su cani e gatti

La prevenzione della bartonellosi si basa principalmente sulla riduzione del rischio di trasmissione. Uno dei passaggi più importanti è il controllo dei parassiti sugli animali domestici. Pulci e zecche sono vettori noti della malattia: utilizzare regolarmente antiparassitari specifici (collari, pipette o compresse) riduce in modo drastico la probabilità di infezione.

Igiene e cura delle ferite

Dopo un graffio o un morso di gatto, è consigliato lavare accuratamente la ferita con acqua e sapone, applicare disinfettanti e monitorare la zona nei giorni successivi. Questo semplice gesto può prevenire l’ingresso del batterio.
È altrettanto importante educare i bambini al comportamento corretto con gli animali per ridurre i rischi di graffi e morsi accidentali.

Consigli per persone immunodepresse

Le persone immunodepresse (trapiantati, pazienti oncologici, HIV-positivi) devono prestare particolare attenzione alla prevenzione della bartonellosi. È consigliabile che i gatti di proprietà siano sottoposti a screening veterinario e, se necessario, trattati per eliminare il batterio. In alcuni casi, può essere sconsigliato introdurre nuovi gatti in casa.

La prevenzione passa anche dalla cura dell’ambiente domestico: mantenere pulite le lettiere, ridurre il contatto con animali randagi e utilizzare prodotti antiparassitari aiuta a proteggere tutta la famiglia.

Queste buone pratiche riducono notevolmente la probabilità di contrarre la bartonellosi e sono parte di una strategia di salute pubblica che tutela sia gli animali che le persone.

Complicazioni e prognosi per la bartonellosi

Possibili complicazioni negli umani

La maggior parte dei casi di bartonellosi in soggetti sani si risolve senza sequele. Tuttavia, in alcune circostanze, possono insorgere complicazioni significative. Nei pazienti immunodepressi, la proliferazione batterica può diventare incontrollata e determinare condizioni gravi come angiomatosi bacillare o peliosi epatica, caratterizzate da lesioni vascolari che possono interessare organi vitali.
In rari casi, la Bartonella henselae può provocare encefalite, endocardite o infezioni oculari come la neuroretinite. Queste complicazioni richiedono diagnosi tempestiva e trattamento aggressivo con antibiotici di combinazione.

Prognosi negli animali e negli esseri umani

La prognosi della bartonellosi è generalmente favorevole se la malattia viene riconosciuta e trattata correttamente. Negli animali, la terapia mirata consente di ridurre la carica batterica e prevenire nuove trasmissioni. Per i proprietari di gatti, la diagnosi precoce e il trattamento veterinario migliorano la qualità di vita dell’animale e riducono i rischi per le persone conviventi.

Nei pazienti umani, il recupero è completo nella maggioranza dei casi entro poche settimane. La prognosi si complica solo in presenza di condizioni cliniche preesistenti o di ritardi nella diagnosi. Per questo motivo, il monitoraggio dei sintomi dopo un graffio di gatto o dopo il contatto con animali potenzialmente infetti rimane un passo essenziale.

FAQ sulla bartonellosi

La bartonellosi è pericolosa per l’uomo?

Nella maggior parte dei casi, la bartonellosi ha un decorso benigno. Diventa più pericolosa in persone con sistema immunitario compromesso, dove può causare complicazioni gravi.

Quanto dura la bartonellosi?

La durata varia: da due a quattro settimane per i casi lievi, ma può protrarsi per mesi se non trattata o in caso di infezioni complicate come l’endocardite.

Come si diagnostica la bartonellosi nei gatti?

Il veterinario può eseguire test sierologici e PCR per rilevare la presenza di Bartonella henselae. Questi esami aiutano a stabilire se il gatto è portatore e se necessita di trattamento.

La bartonellosi si trasmette da persona a persona?

No, la trasmissione diretta tra persone non avviene. La malattia è legata a graffi, morsi o punture di vettori (pulci, zecche) che hanno come ospite un animale infetto.

Come prevenire la bartonellosi?

Il controllo dei parassiti sugli animali, la disinfezione delle ferite dopo graffi o morsi e il monitoraggio veterinario dei gatti sono le migliori strategie di prevenzione.

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