1. Cos’è la parvovirosi cane
La Parvovirosi Cane è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce principalmente i cani giovani e non vaccinati. È causata dal Parvovirus Canino di tipo 2 (CPV-2), un virus molto resistente nell’ambiente e capace di sopravvivere per lunghi periodi, anche in condizioni sfavorevoli.
Il Parvovirus è un piccolo virus a DNA, appartenente alla famiglia Parvoviridae. La sua comparsa è documentata per la prima volta negli anni ’70, quando causò gravi epidemie nella popolazione canina. Da allora, grazie alla vaccinazione e a una maggiore consapevolezza, la sua incidenza è diminuita, ma rimane ancora oggi una minaccia importante, soprattutto per i cuccioli e i cani non immunizzati.
Il virus ha la capacità di attaccare e distruggere le cellule in rapida replicazione, come quelle dell’intestino e del midollo osseo. Questo provoca diarrea emorragica e grave immunosoppressione, rendendo l’animale più vulnerabile ad altre infezioni.
La parvovirosi del cane è una delle principali cause di mortalità nei cuccioli. La tempestività nella diagnosi e nella gestione terapeutica rappresenta un fattore cruciale per la sopravvivenza.
2. Epidemiologia e diffusione
La parvovirosi del cane è diffusa in tutto il mondo e rappresenta una delle malattie virali più comuni nei cani, in particolare nei cuccioli tra le 6 settimane e i 6 mesi di età. Questa fascia di età è particolarmente vulnerabile perché, dopo la scomparsa degli anticorpi materni (dopo circa 6-12 settimane), il sistema immunitario del cucciolo è ancora in fase di maturazione.
Popolazione a rischio
I cuccioli non vaccinati o che non hanno completato il ciclo vaccinale sono i più esposti al rischio di infezione. Tuttavia, anche i cani adulti non vaccinati o immunodepressi possono sviluppare la malattia. Alcune razze sembrano essere più predisposte, come i Rottweiler, i Dobermann, i Pastore Tedesco e i Labrador Retriever, probabilmente per una maggiore suscettibilità genetica.
Incidenza e mortalità
La parvovirosi ha un’incidenza variabile, con focolai che possono verificarsi in allevamenti, canili o luoghi ad alta densità canina. La mortalità nei cuccioli non trattati può raggiungere tassi molto elevati, fino al 91%. Tuttavia, grazie alle terapie intensive e alle misure preventive, il tasso di sopravvivenza migliora notevolmente nei cuccioli trattati tempestivamente.
Fattori predisponenti
Oltre alla mancanza di vaccinazione, altri fattori contribuiscono alla diffusione del virus:
- Ambienti sovraffollati e con scarsa igiene.
- Stress e malnutrizione che indeboliscono il sistema immunitario.
- Immunodepressione, causata da altre infezioni concomitanti o da trattamenti farmacologici.
La diffusione della malattia è favorita dalla grande resistenza del virus nell’ambiente: il Parvovirus può sopravvivere anche per mesi su superfici contaminate, come cucce, ciotole e pavimenti.
3. Meccanismi di trasmissione della Parvovirosi Cane
La Parvovirosi Cane si trasmette principalmente per via oro-fecale. Questo significa che il virus viene eliminato con le feci di un cane infetto e può contaminare l’ambiente circostante. I cuccioli o i cani suscettibili si infettano ingerendo il virus, che può trovarsi in:
- Feci infette fresche o essiccate.
- Superfici contaminate (pavimenti, cucce, ciotole, guinzagli).
- Mani e scarpe delle persone che hanno avuto contatti con cani malati o ambienti contaminati.
Resistenza del virus
Il Parvovirus è estremamente resistente nell’ambiente. Può sopravvivere per mesi e persino per oltre un anno in condizioni ideali, come luoghi umidi e protetti dalla luce solare. Questa straordinaria capacità di sopravvivenza rende difficile l’eliminazione completa del virus e facilita la trasmissione.
Modalità indirette di contagio
Non è necessario il contatto diretto con un cane infetto per contrarre la malattia. Gli oggetti e le superfici contaminate rappresentano fonti di infezione altrettanto importanti. Per questo motivo, è fondamentale prestare attenzione all’igiene ambientale e alle corrette misure preventive, soprattutto in ambienti condivisi da più cani.
4. Sintomi clinici della Parvovirosi Cane
La Parvovirosi Cane si manifesta con sintomi particolarmente gravi, che possono comparire improvvisamente e peggiorare rapidamente. I primi segni clinici si osservano, in genere, 3-7 giorni dopo l’infezione.
Fase iniziale
- Letargia: il cane appare debole e abbattuto, spesso preferisce isolarsi.
- Febbre: può essere presente, soprattutto nelle prime fasi.
Fase avanzata
- Anoressia: il cane smette di mangiare.
- Vomito: spesso abbondante e persistente, anche a stomaco vuoto.
- Diarrea emorragica: la diarrea è tipicamente puzzolente e di colore scuro o con presenza di sangue. Questa condizione porta a una rapida disidratazione.
- Disidratazione: si manifesta con mucose secche, perdita di elasticità cutanea e occhi infossati.
- Shock ipovolemico: nei casi più gravi, la perdita di fluidi può causare un collasso cardiocircolatorio.
Effetti sul sistema immunitario
Il virus attacca le cellule del midollo osseo e dei tessuti linfoidi, provocando una diminuzione delle cellule bianche (leucopenia). Questo indebolisce le difese immunitarie del cane, rendendolo più suscettibile a infezioni batteriche secondarie.
5. Diagnosi veterinaria
La diagnosi della parvovirosi è un passaggio cruciale per avviare tempestivamente le cure e migliorare la prognosi. Si basa su un’attenta valutazione clinica e sull’utilizzo di test di laboratorio specifici.
Anamnesi e visita clinica
Il veterinario inizia raccogliendo un’anamnesi dettagliata, chiedendo informazioni su:
- Età del cane e stato vaccinale.
- Presenza di vomito, diarrea o altri sintomi.
- Contatti recenti con altri cani o ambienti potenzialmente contaminati.
Durante la visita clinica, il veterinario valuterà lo stato di disidratazione, la frequenza cardiaca e respiratoria e l’eventuale presenza di febbre.
Test diagnostici rapidi
- Test ELISA su feci: permette di rilevare la presenza del virus. È rapido e facilmente eseguibile in ambulatorio, ma può dare falsi negativi, soprattutto nelle fasi iniziali o dopo la vaccinazione.
- Test PCR: il test di riferimento per la diagnosi. È più sensibile e permette di confermare la presenza del virus anche quando la carica virale è bassa.
Esami ematologici e biochimici
Il veterinario può richiedere:
- Emogramma: spesso evidenzia una leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi), tipica della parvovirosi.
- Esami biochimici: servono per monitorare lo stato di idratazione e la funzionalità degli organi, come i reni e il fegato, che possono essere compromessi a causa della grave disidratazione.
La diagnosi rapida e accurata è fondamentale per iniziare subito le cure di supporto e aumentare le possibilità di guarigione.
6. Trattamento e terapia di supporto per la Parvovirosi Cane
La Parvovirosi Cane è una malattia virale per la quale non esiste un farmaco specifico in grado di eliminare direttamente il virus. Il trattamento si basa su una terapia di supporto intensiva e personalizzata, finalizzata a ridurre i sintomi e a dare al cane la possibilità di superare la fase critica.
Ricovero e isolamento
I cani affetti da parvovirosi devono essere ricoverati in isolamento per evitare la diffusione del virus ad altri animali. Il ricovero consente un monitoraggio costante e la somministrazione delle terapie necessarie.
Fluidoterapia
La priorità è correggere la disidratazione e gli squilibri elettrolitici. Vengono somministrate soluzioni endovenose specifiche per ripristinare il volume circolante e la perfusione degli organi vitali.
Antibiotici
Sebbene il virus non risponda agli antibiotici, questi farmaci vengono utilizzati per prevenire o trattare le infezioni batteriche secondarie, che sono frequenti a causa dell’immunosoppressione indotta dal virus.
Farmaci sintomatici della parvovirosi del cane
- Antiemetici: per ridurre il vomito e migliorare il comfort del cane.
- Antidolorifici e protettori gastrici: per lenire i dolori addominali e proteggere la mucosa intestinale.
Nutrizione e supporto energetico
Dopo la fase acuta, un’alimentazione precoce e mirata è importante per:
- Favorire la rigenerazione dei villi intestinali.
- Prevenire la perdita di massa muscolare.
- Migliorare la risposta immunitaria.
I protocolli nutrizionali vengono adattati in base alle condizioni del cane e alla sua capacità di tollerare il cibo.
Il trattamento intensivo e tempestivo è il fattore che più incide sulla prognosi e sul recupero del cane.
7. Prognosi e tasso di sopravvivenza
La prognosi della Parvovirosi Cane dipende da diversi fattori, tra cui:
- Età e stato vaccinale: i cuccioli molto giovani e non vaccinati sono i più vulnerabili.
- Tempestività della diagnosi: iniziare le cure subito aumenta notevolmente le possibilità di sopravvivenza.
- Intensità e qualità delle terapie: il trattamento intensivo in ambito ospedaliero è spesso determinante.
Fattori prognostici
Nei cani colpiti, la sopravvivenza può variare in modo significativo:
- Tasso di sopravvivenza: con un trattamento adeguato, molti cani riescono a superare la malattia, con una percentuale di successo che può arrivare anche all’85-90%.
- Decorso clinico: i primi 4-5 giorni di trattamento sono i più critici. Se il cane supera questa fase, le possibilità di recupero aumentano notevolmente.
Recupero clinico
Dopo la fase acuta della parvovirosi cane , il cane può richiedere ancora giorni o settimane per riprendersi completamente. È importante seguire attentamente le indicazioni del veterinario per la gestione post-ospedaliera e per evitare ricadute.
La prognosi sulla parvovirosi del cane migliora sensibilmente con la diagnosi precoce e un piano terapeutico mirato e intensivo.
8. Prevenzione: vaccino e igiene ambientale per la Parvovirosi Cane
La prevenzione è la strategia più efficace per contrastare la parvovirosi. Essa si basa principalmente sulla vaccinazione e su pratiche rigorose di igiene ambientale.
Vaccinazione
Il vaccino contro il Parvovirus Canino è parte del protocollo vaccinale di base e va somministrato ai cuccioli a partire dalle 6-8 settimane di età, con richiami successivi fino ai 4-6 mesi. In seguito, sono previsti richiami periodici per garantire la protezione a lungo termine.
La vaccinazione è fondamentale anche per i cani adulti che non hanno completato il ciclo vaccinale o che non hanno mai ricevuto il vaccino.
Igiene ambientale
Poiché il virus può resistere a lungo nell’ambiente, è indispensabile:
- Disinfettare regolarmente le aree frequentate dai cani con prodotti a base di ipoclorito di sodio (es. candeggina).
- Evitare il contatto dei cuccioli non vaccinati con cani o ambienti potenzialmente contaminati.
- Prestare attenzione alla pulizia di ciotole, giocattoli, trasportini e altre superfici.
La prevenzione, unita a controlli veterinari regolari, è la migliore garanzia per proteggere i cani da questa malattia potenzialmente letale.
Conclusione
La parvovirosi cane rappresenta una grave minaccia per la salute dei cani, soprattutto dei cuccioli e degli animali non vaccinati. La chiave per combatterla è la prevenzione, attraverso una vaccinazione completa e rigorose misure igieniche.
In caso di sintomi sospetti come vomito, diarrea e letargia, è essenziale consultare subito un veterinario. La tempestività delle cure e un trattamento di supporto intensivo possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Il rispetto di queste misure salva la vita dei nostri amici a quattro zampe.
Leggi di piu su Wikipedia
Leggi anche: Parvovirosi gatto: come prevenirla e curarla
Articolo prodotto da GRUPPO DIGI