Cani con la Rabbia: Guida Completa su Sintomi, Prevenzione e Sicurezza

Introduzione
I cani con la rabbia hanno una malattia virale acuta, spesso fatale, causata dal Lyssavirus. Colpisce il sistema nervoso centrale e rappresenta una delle più gravi zoonosi al mondo, poiché è trasmissibile anche all’uomo. Tutti i mammiferi infetti, compresi i cani, rappresentano un serio rischio zoonotico per la salute pubblica e la tutela degli animali domestici e selvatici.
Il virus si trasmette attraverso la saliva di animali infetti, principalmente tramite morsi, graffi o leccature su ferite aperte. Una volta che il virus raggiunge il sistema nervoso, provoca un'infiammazione cerebrale progressiva, che conduce inevitabilmente alla morte dell’animale colpito.
In Italia e in gran parte dell’Europa occidentale, la rabbia è considerata eradicata negli animali domestici, ma il rischio di reintroduzione esiste, soprattutto attraverso animali selvatici o in seguito a viaggi internazionali. È fondamentale, quindi, mantenere alta la sorveglianza e rispettare le norme di prevenzione.
Oltre alla tutela del cane, la prevenzione della rabbia ha un ruolo centrale nella protezione della salute pubblica. Gli interventi di profilassi, la vaccinazione obbligatoria nelle aree a rischio e la sensibilizzazione dei proprietari sono strumenti essenziali per contrastare questa malattia mortale.
Nei prossimi capitoli approfondiremo come avviene la trasmissione della rabbia, i sintomi che devono allertare i proprietari, i protocolli di diagnosi e cura, e le strategie di prevenzione più efficaci per proteggere sia gli animali che le persone.
Trasmissione della Rabbia nei Cani
La trasmissione della rabbia avviene principalmente attraverso il morso di un animale infetto. Il virus della rabbia, presente in grandi quantità nella saliva dell'animale malato, penetra nei tessuti sottocutanei e si diffonde lungo le fibre nervose fino al sistema nervoso centrale.
Modalità principali di trasmissione
- Morsi: rappresentano la via di contagio più comune. La saliva contenente il virus entra direttamente in contatto con i tessuti del cane sano.
- Graffi e leccature su ferite: se la saliva dell’animale infetto entra in contatto con lesioni cutanee, la probabilità di infezione aumenta.
- Ferite aperte: qualunque contatto tra la saliva e una ferita preesistente sul cane può facilitare l’ingresso del virus.
Periodo di incubazione
Il periodo di incubazione varia generalmente da 2 settimane a 6 mesi, a seconda di vari fattori, anche se nella maggior parte dei casi si attesta tra 3 e 8 settimane, con casi rari che possono arrivare fino a 6 mesi.
Tra i principali elementi che influenzano la lunghezza del periodo di incubazione troviamo:
- Distanza della ferita dal sistema nervoso centrale: più la lesione è vicina al cervello, più breve sarà l’incubazione.
- Carica virale: la quantità di virus trasmessa durante il morso.
- Condizioni immunitarie dell’animale: un sistema immunitario compromesso può favorire una più rapida diffusione.
Animali serbatoi e rischio ambientale
Animali selvatici: volpi, pipistrelli, tassi e lupi rappresentano i principali serbatoi naturali del virus in molte aree del mondo. In alcune aree del mondo, anche procioni e manguste sono serbatoi naturali.
Contagio interspecifico: se un cane entra in contatto con un animale selvatico infetto, il rischio di contagio è molto alto.
In Italia, la sorveglianza è stringente e la rabbia è considerata eradicata negli animali domestici, ma resta presente in alcuni animali selvatici nelle aree di confine. Per questo motivo, i viaggi all’estero e le attività venatorie richiedono particolare attenzione e prevenzione.
Fasi Cliniche della Malattia nei Cani con la Rabbia
La malattia nei cani con la rabbia si sviluppa in diverse fasi, ciascuna caratterizzata da sintomi specifici che possono aiutare a riconoscere l’infezione.
Periodo di Incubazione
Nei cani con la rabbia, il periodo di incubazione varia da due settimane a diversi mesi, a seconda del punto in cui il virus è entrato nell’organismo e della distanza dal sistema nervoso centrale. Durante questa fase, l’animale infetto non mostra sintomi visibili, rendendo difficile la diagnosi precoce.
Fase Prodromica
La fase prodromica segna l’inizio dei sintomi clinici. I cani con la rabbia possono manifestare cambiamenti comportamentali come ansia, nervosismo e irritabilità. Spesso mostrano una riduzione dell’appetito e un aumento della sensibilità agli stimoli esterni. Questi segnali precoci possono durare da uno a tre giorni.
Fase Eccitativa (Rabbia Furiosa)
Durante la fase eccitativa, nota anche come rabbia furiosa, i cani con la rabbia diventano particolarmente aggressivi e iperattivi. Si possono osservare comportamenti di attacco, morsi improvvisi e una forte ipersensibilità a luci e suoni. Questa fase è particolarmente pericolosa per la trasmissione del virus, poiché aumenta il rischio di morsicature.
Fase Paralitica
L’ultima fase nei cani con la rabbia è quella paralitica. Si manifesta con la progressiva paralisi dei muscoli, in particolare quelli della mascella e della faringe, che provoca difficoltà nella deglutizione e l’emissione di saliva in eccesso (scialorrea). Successivamente, la paralisi si estende ai muscoli respiratori, portando il cane al coma e infine alla morte.
La comprensione di queste fasi è essenziale per riconoscere tempestivamente i cani con la rabbia e adottare le misure di sicurezza adeguate, riducendo il rischio di trasmissione della malattia.
Sintomi della Rabbia nel Cane
La rabbia nei cani è caratterizzata da un'evoluzione rapida e da sintomi che peggiorano nel giro di pochi giorni. È fondamentale riconoscerli tempestivamente per evitare il contagio e intervenire in sicurezza.
Tre stadi clinici principali
La malattia si sviluppa in tre fasi successive:
Fase prodromica
- Durata: 2-3 giorni.
- Segni clinici: cambiamenti comportamentali generali. Il cane può mostrare ansia, nervosismo, isolamento o, al contrario, eccessiva docilità e affettuosità.
- Sintomi iniziali: febbre lieve, perdita di appetito, dilatazione delle pupille.
Fase eccitativa (furiosa)
- Durata: 1-7 giorni.
- Caratteristiche: il cane diventa aggressivo e iperreattivo agli stimoli esterni.
- Sintomi tipici: morsi incontrollati, vocalizzi anomali, difficoltà a deglutire (con conseguente salivazione eccessiva, nota come “bava alla bocca”), fotofobia e idrofobia.
Fase paralitica (silente)
- Durata: 2-4 giorni.
- Caratteristiche: il cane mostra paralisi progressiva, iniziando dalla muscolatura della mandibola e della faringe, fino a interessare tutto il corpo.
- Esito: l’animale muore generalmente per paralisi respiratoria.
Importanza della diagnosi precoce
Il riconoscimento dei primi sintomi è cruciale per evitare la diffusione del virus e per proteggere le persone e gli altri animali. La malattia è sempre letale una volta che compaiono i sintomi clinici, perciò la tempestiva segnalazione ai servizi veterinari è un atto di responsabilità e tutela.
Diagnosi della Rabbia
La diagnosi della rabbia nei cani si basa su un’accurata osservazione clinica e un’anamnesi dettagliata, tenendo conto dei comportamenti anomali e dei contatti con animali sospetti.
I test diagnostici più affidabili sono effettuati post-mortem, attraverso l’immunofluorescenza diretta su campioni di tessuti cerebrali (ad esempio, il bulbo rachidiano e l’ippocampo). Questa tecnica consente di individuare la presenza del virus e confermare la diagnosi.
Esistono limitazioni significative nella diagnosi ante-mortem, poiché i sintomi clinici non sono specifici e i test disponibili in vivo (come la PCR su saliva o liquido cerebrospinale) hanno un’affidabilità variabile. Sebbene esistano test sperimentali ante-mortem (RT-PCR su saliva o liquido cerebrospinale), la conferma definitiva rimane post-mortem.
Trattamento e Prognosi
Nei cani con la rabbia, purtroppo non esistono cure efficaci una volta che i sintomi della malattia si sono manifestati. Questo rende la rabbia una patologia particolarmente pericolosa e letale.
La gestione dei casi sospetti prevede l’isolamento immediato del cane con la rabbia e l’osservazione per un periodo stabilito dalle autorità sanitarie. Durante questo tempo, i veterinari monitorano eventuali peggioramenti clinici o conferme di positività alla rabbia.
La prognosi è sempre infausta, poiché la malattia conduce inevitabilmente alla morte una volta che i sintomi clinici sono comparsi. Nei casi confermati, le linee guida sanitarie internazionali e nazionali prevedono l’eutanasia dell’animale per ragioni di salute pubblica e di prevenzione della diffusione del virus.
Prevenzione della Rabbia nei Cani
La prevenzione della rabbia nei cani si basa innanzitutto sulla vaccinazione obbligatoria e sull’adozione di specifiche raccomandazioni sanitarie.
I piani vaccinali prevedono un primo ciclo di vaccinazioni, seguito da richiami regolari per mantenere un alto livello di protezione immunitaria. La vaccinazione antirabbica è obbligatoria per i cani in Italia che viaggiano all’estero o che si trovano in zone a rischio.
Le misure preventive includono anche il controllo dei cani randagi attraverso la cattura e la vaccinazione, l’educazione del pubblico su come prevenire i rischi e le norme per i viaggi internazionali con animali, che richiedono certificazioni e documentazioni sanitarie aggiornate.
In Europa e in Italia sono attivi programmi di vaccinazione orale delle volpi per mantenere la rabbia sotto controllo.
Rabbia e Salute Pubblica
La rabbia nei cani rappresenta un serio rischio di trasmissione all’uomo (zoonosi), poiché il virus può essere trasmesso attraverso morsi o contatto con saliva infetta.
In caso di esposizione, il protocollo post-esposizione per gli esseri umani prevede la somministrazione tempestiva di immunoglobuline e l’inizio del ciclo vaccinale per prevenire l’insorgenza della malattia.
Il ruolo delle autorità sanitarie è fondamentale: i casi sospetti o confermati devono essere immediatamente segnalati ai servizi veterinari e di sanità pubblica, che coordinano le misure di isolamento, monitoraggio e informazione alla popolazione per contenere i rischi.
Rabbia in Italia: Situazione Attuale
In Italia, la rabbia nei cani è considerata eradicata da diversi decenni, grazie alle campagne di vaccinazione obbligatoria e alla sorveglianza veterinaria costante. Tuttavia, si registrano casi sporadici di infezione in animali selvatici (come volpi e pipistrelli), che richiedono un continuo monitoraggio per prevenire la trasmissione alla popolazione canina.
L’importanza della vigilanza e delle misure preventive non può essere sottovalutata: il controllo dei cani vaganti, la vaccinazione regolare e l’educazione del pubblico sono fondamentali per evitare la ricomparsa della malattia.
Le normative italiane e internazionali (come il Regolamento Sanitario Internazionale e le linee guida dell’OIE) definiscono le misure di controllo e le procedure di notifica obbligatorie in caso di sospetti o conferme di rabbia, per garantire una risposta rapida ed efficace a eventuali focolai.
Conclusioni
La prevenzione della rabbia nei cani rappresenta la strategia più efficace per proteggere la salute pubblica e la sicurezza dei nostri animali domestici. La vaccinazione obbligatoria rimane un pilastro fondamentale nella lotta contro questa malattia potenzialmente mortale, garantendo un livello di immunità diffusa nella popolazione canina.
La responsabilità dei proprietari e dei professionisti veterinari è cruciale: mantenere aggiornati i richiami vaccinali, effettuare controlli sanitari regolari e sensibilizzare la popolazione sull’importanza delle misure preventive sono azioni indispensabili per evitare la ricomparsa della malattia.
Infine, la collaborazione tra veterinari, autorità sanitarie e comunità è la chiave per mantenere la rabbia sotto controllo. Solo attraverso un impegno condiviso e un monitoraggio costante possiamo garantire un ambiente più sicuro per i nostri animali e per le persone che li amano.
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Articolo prodotto da GRUPPO DIGI