La proposta dell’Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati) e la legge di bilancio: cosa cambia per chi ama un cane o un gatto
In questi giorni è emerso un pacchetto di emendamenti alla legge di bilancio-2026 che punta a dare un riconoscimento concreto al ruolo degli animali d’affezione e della salute dei cani e dei gatti nelle nostre famiglie. A promuoverlo è la deputata Michela Vittoria Brambilla del gruppo “Noi Moderati”, che ha riunito attorno a sé una proposta articolata, con l’obiettivo di alleviare il peso delle spese veterinarie e alimentari per i nostri amici a quattro zampe.

In questo articolo – pensato proprio per i proprietari di animali – vedremo in che cosa consistono le misure proposte, quali effetti potrebbero avere nel quotidiano, e che cosa resta da chiarire prima che tutto diventi operativo.
Il cuore della proposta
La proposta presentata da Brambilla e dal gruppo “Noi Moderati” si articola – in estrema sintesi – su tre punti principali:
- Riduzione dell’IVA sugli alimenti dietetici per animali d’affezione prescritti o raccomandati da un veterinario per gestire patologie o disturbi funzionali.
- Istituzione di un Fondo per le spese veterinarie destinato ai proprietari a basso reddito che convivono con animali d’affezione, con una dotazione proposta per il 2026 di circa 10 milioni di euro.
- Riconoscimento e convenzione di prestazioni veterinarie, tipicamente legate all’identificazione, al controllo della riproduzione e a prestazioni diagnostiche erogate dagli istituti zooprofilattici – sotto la giurisdizione del ministero della Salute – a beneficio degli animali e della salute pubblica (concetto “one health” o salute unica).
La deputata Brambilla sottolinea che non si tratta solo di “agevolazioni fiscali” ma di una scelta di equità, rivolta soprattutto ai soggetti più fragili della società – ad esempio anziani che convivono con un animale domestico – e nel contempo di prevenzione dell’abbandono e del randagismo.
Perché è una novità importante per chi ha un animale domestico
Se avete un cane o un gatto – e siete chiamati regolarmente a gestire alimentazione, cure veterinarie, controlli – queste proposte possono entrare nella vita quotidiana con effetti concreti:
- Ridurre l’IVA su alimenti speciali significa che quando l’animale ha bisogno di una dieta prescritta – ad esempio per problemi digestivi, renali, alimentazione iposodica, allergie – il costo potrà risultare più accessibile.
- Il Fondo per prestazioni veterinarie per famiglie a basso reddito può dare sollievo a chi ha magari un budget limitato ma vuole garantire al proprio animali delle cure essenziali.
- Dare rilievo al controllo della riproduzione e all’identificazione significa incentivare pratiche che migliorano il benessere animale e la convivenza responsabile (meno sovrannumero, più prevenzione).
- Il riferimento alla “salute unica” (umana, animale, ambientale) evidenzia un approccio che pensa all’animale non solo come compagno ma come parte integrante della comunità.
Dal punto di vista pratico, queste misure introdurrebbero un cambiamento culturale: l’animale d’affezione smette di essere trattato come un “lusso” e comincia ad essere considerato un soggetto che necessita di cura e tutela – cosa che molti proprietari già percepiscono da tempo.
Quali sono i “se” e i punti da chiarire
Naturalmente, come per tutte le proposte parlamentari, restano alcune incognite e aspetti tecnici da definire meglio:
- Il passaggio all’Aula e l’approvazione: la proposta è stata presentata e ha ricevuto attenzione, ma non è ancora definitivo che tutto venga approvato esattamente come previsto.
- Definizione delle condizioni: ad esempio quali alimenti dietetici saranno esattamente “ammessi”, in che misura, con quali prescrizioni veterinarie; quali prestazioni veterinarie saranno incluse nel Fondo; quali redditi o condizioni per accedere.
- Tempistiche: il decreto richiesto (del ministro della Salute) per definire diagnostica e servizi specifici dovrà essere emanato entro sei mesi, il che significa che l’effettiva applicazione richiederà ancora tempo.
- Copertura finanziaria: 10 milioni per il 2026 per il Fondo sono una cifra significativa ma modesta rispetto al numero totale di animali e proprietari; bisognerà valutare quanto potranno essere “coperti” gli effettivi fabbisogni.
- Coordinamento con gli operatori: veterinari, strutture, industria degli alimenti per animali – tutti dovranno applicare le novità pratiche; ci potrebbero essere ritardi o divergenze interpretative.
Pertanto, per chi ha un animale, è utile seguire l’evoluzione legislativa e guardare con attenzione quando e come le misure saranno attive.
Cosa cambia nel concreto per chi ha un animale
Vediamo qualche scenario pratico per capire come queste modifiche – se approvate – potrebbero avere un impatto sulla vita di tutti i giorni.
Alimentazione dietetica su prescrizione
Immaginiamo che il vostro gatto abbia una diagnosi di insufficienza renale e che il veterinario raccomandi un alimento specifico “dietetico”. Attualmente quell’alimento è soggetto a IVA al 22% (come molti prodotti per animali). Con la nuova norma, quell’alimento – se rientra nella categoria “alimenti dietetici prescritti o raccomandati da veterinario” – potrebbe essere soggetto a IVA al 10%. Questo significa un risparmio nel costo finale per il proprietario.
Accesso a cure veterinarie per famiglie a basso reddito
Se siete in una condizione economica difficile e convivete con un animale, la creazione del Fondo da 10 milioni potrebbe consentire di accedere a prestazioni veterinarie convenzionate a tariffe agevolate o gratuite. Ad esempio, l’identificazione (microchip), la sterilizzazione o determinati esami diagnostici potrebbero essere coperti in parte. Si tratta di un aiuto che può fare la differenza quando si ha un budget limitato e la volontà di prendersi cura dell’animale.
Prevenzione e controllo della riproduzione
La norma prevede che alcune prestazioni – come l’identificazione, il controllo della riproduzione – siano riconosciute come convenzionate e possano essere erogate dagli enti pubblici (istituti zooprofilattici) nell’ambito dell’igiene urbana veterinaria. Questo significa un passo verso un supporto pubblico più diretto nella gestione della convivenza con gli animali, e un incentivo a pratiche responsabili.
Qualità della vita dei proprietari
Una parte del ragionamento è che sostenere economicamente la cura degli animali ha anche un effetto positivo sul benessere delle persone, soprattutto anziani o famiglie fragili che trovano compagnia nell’animale. Ridurre l’onere economico significa potersi concentrare meno sul “quanto costa” e più sul “come garantisco al mio animale una vita serena”.
Perché conviene essere informati e preparati
Se siete proprietari di animali, ecco alcuni suggerimenti pratici per prepararvi a cogliere al meglio queste novità:
- Tenete traccia della prescrizione veterinaria: se il vostro animale necessita di un alimento dietetico per patologia, assicuratevi che la raccomandazione o prescrizione sia formalizzata dal veterinario, per poter eventualmente beneficiare dell’IVA agevolata (quando e se sarà operativa).
- Conservate le fatture delle prestazioni veterinarie: anche per eventuali accessi al Fondo o per agevolazioni fiscali future.
- Verificate la vostra condizione economica (ISEE) o altri requisiti che potranno dare accesso alle misure di sostegno per famiglie a basso reddito.
- Tenetevi aggiornati: la proposta deve essere approvata e i decreti attuativi emanati; informatevi presso il vostro veterinario di fiducia o associazioni di categoria veterinarie.
- Riflettete sulla gestione del vostro animale consegnandogli cure regolari: prevenzione, alimentazione corretta, controlli periodici riducono nel medio-lungo termine i costi “extra”.
Un cambio di paradigma: l’animale da compagnia nella famiglia e nella società
Questa iniziativa legislativa riflette un cambiamento sociale: l’animale domestico non è più solo “un animale in casa”, ma parte integrante della famiglia, con diritti, bisogni e connessioni alla comunità.
Quando si parla di “salute è un diritto per tutti”, si intende che anche l’animale d’affezione ha diritto a cure adeguate, alimentazione corretta, prevenzione. L’approccio della “salute unica” (one health) evidenzia che la salute umana, animale e ambientale sono interconnesse: un animale ben curato significa meno rischi di malattie zoonotiche, migliore convivenza sociale, minor abbandono, meno randagismo.
Dal punto di vista del proprietario, questa sensibilità crescente vuol dire che potete aspettarvi maggiore attenzione anche istituzionale e legislativa verso le esigenze dell’animale. Non più solo “costo”, ma investimento in qualità di vita.
Quali potrebbero essere effetti collaterali o criticità
Naturalmente non tutto è roseo, e ci sono alcune questioni da considerare con realismo:
- Il beneficio concreto dipenderà dalla tempistica: se la norma viene applicata solo tra qualche anno, l’impatto sarà posticipato.
- Le risorse stanziate possono risultare insufficienti rispetto al numero di famiglie e animali che potrebbero richiedere supporto.
- Le agevolazioni potrebbero applicarsi solo a condizioni ben definite (prescrizione veterinaria, determinato reddito, etc.). Non tutti gli alimenti dietetici potrebbero essere ammessi.
- Occorre che i veterinari, le strutture e le industrie del pet-food si adeguino: informazioni chiare e trasparenti saranno fondamentali per evitare confusioni o ricadute sui proprietari.
- Aumenta l’esigenza di responsabilità da parte del proprietario: curare un animale non è solo ottenere agevolazioni fiscali, ma prendersene cura nel senso più ampio del termine.
In sintesi: cosa tenere a mente
- La proposta legislativa in discussione vuole ridurre l’IVA sugli alimenti dietetici per animali d’affezione prescritti, e istituire un Fondo per le prestazioni veterinarie per famiglie a basso reddito.
- I proprietari di animali possono trarne vantaggio se si preparano: conservando prescrizioni veterinarie, fatture, verificando requisiti reddituali.
- È un segnale positivo per riconoscere l’animale come parte della famiglia e della società, con il diritto a cure e a un’accudienza responsabile.
- Tuttavia, bisogna essere consapevoli che la norma deve essere ancora approvata e attuata, che le risorse saranno probabilmente limitate, e che restano alcune condizioni da chiarire.
- In attesa dell’entrata in vigore, è un buon momento per riflettere sulla gestione dell’animale domestico: alimentazione su misura, prevenzione, controlli regolari – che sono la base per ridurre spese impreviste e garantire benessere.
Qualche consiglio pratico per oggi
Ecco tre semplici suggerimenti che potete mettere in pratica fin da ora, in attesa che le nuove norme diventino operative:
- Chiedete al vostro veterinario, se il vostro animale ha una condizione cronica, se esiste un alimento dietetico raccomandato o prescrivibile. Tenete traccia della prescrizione, in vista di eventuali agevolazioni.
- Fate un bilancio annuale dei costi dell’animale: alimentazione, cure veterinarie, controlli. Sapere quanto già spendete può aiutare a capire quanto una futura agevolazione possa alleggerire il carico.
- Verificate se esistono già nella vostra regione, comune o azienda sanitaria veterinaria convenzioni o fondi locali per animali di famiglie fragili: alcune realtà locali hanno già iniziative che possono affiancarsi alla misura nazionale.
In conclusione
La proposta avanzata da Michela Vittoria Brambilla e dal gruppo “Noi Moderati” rappresenta un passo interessante verso una maggiore tutela degli animali d’affezione e delle persone che li accudiscono.
Per i proprietari di cani e gatti – e in generale di animali conviventi – è una opportunità concreta: ridurre i costi, facilitare l’accesso alle cure, migliorare la qualità di vita.
Ma come sempre, non basta l’intenzione: sarà fondamentale seguire l’iter parlamentare, le modalità di attuazione, e prepararsi per cogliere nel concreto ciò che verrà stabilito. Nel frattempo, prendersi cura dell’animale con attenzione, perché la miglior agevolazione è avere un animale sano, ben seguito e amato.






