pet Italia Il carrello che fa scodinzolare: come gli italiani acquistano e pagano per il loro pet

L’importanza del digitale nella spesa degli italiani per i propri animali
Gli italiani stanno spostando una fetta sempre più consistente della spesa per i propri animali sul digitale, ma senza abbandonare il negozio fisico. Per chi produce e vende prodotti o servizi per il pet in italia – dai brand di pet food ai veterinari, dai toelettatori agli e-commerce – capire come, quanto e con quali strumenti pagano online i pet owner è diventato un pezzo strategico del business.
1. Una pet economy grande, affettiva… e sempre più connessa
Il punto di partenza è la dimensione del mercato:
In Italia il mercato pet vale tra 6,8 e 7 miliardi di euro l’anno, considerando alimenti, accessori, servizi, wellness e assicurazioni.
La spesa media per animale domestico è stimata tra 1.000 e 1.050 € l’anno, cioè circa 80–90 € al mese per chi possiede almeno un pet.
Un’analisi UniSalute–Nomisma, ripresa da Pictet, indica che i proprietari spendono in media 75 € al mese per il proprio animale, e in un caso su quattro si sale oltre i 100 € mensili; quasi il 40% di questa spesa (circa 379 € l’anno) è destinata alla salute (visite, cure, prevenzione).
Sul fronte dei canali:
Circa 13 milioni di famiglie italiane acquistano regolarmente cibo per cani e gatti.
L’e-commerce pet cresce stabilmente: alcune analisi lo stimano a 259 milioni di euro nel 2024 per il solo comparto pet care online (+7% anno su anno, dati Casaleggio Associati), mentre altre ricerche parlano di circa 451 milioni di euro e ~2,2% del mercato pet complessivo.
La morale per produttori e professionisti: lo scontrino “pet” è ormai quasi una bolletta mensile, e una parte significativa di questo budget passa – o passerà – da canali online.
2. Quanto e cosa comprano online i pet owner italiani
L’articolo PetB2B che mi hai segnalato, basato sul Permanent Pet Watch di Mediatic (luglio 2025), fotografa molto bene le abitudini digitali:
Due terzi dei pet owner italiani hanno effettuato almeno un acquisto online di prodotti per animali negli ultimi 12 mesi.
Oltre la metà dichiara di comprare più del 50% dei prodotti pet proprio tramite canali digitali.
La frequenza di acquisto aumenta: il 58% degli intervistati effettua almeno un acquisto al mese online.
Sul “cosa” comprano:
Il pet food è la categoria regina:
64% acquista online alimenti secchi
40% alimenti umidi
Seguono antiparassitari, accessori per cura e comfort, snack, lettiere, guinzagli e abbigliamento, prodotti per igiene/toelettatura e giochi.
Le lettiere sono uno dei segmenti più dinamici: la quota di chi le compra online è passata dal 38% nel 2021 al 49% nel 2025.
Per specie:
I gatti spingono soprattutto sull’umido e sulle lettiere.
I cani trainano il secco, gli snack e gli accessori (guinzagli, pettorine, abbigliamento, giochi).
Una stima ragionata della spesa mensile online
Non esiste (ancora) un numero ufficiale univoco sul “quanto spendono al mese online” i pet owner, ma incrociando i dati si può costruire una stima utile:
Spesa totale media per animale: circa 75 € al mese.
Quota di proprietari che compra online almeno una volta al mese: 58%.
Quota di spesa che questi consumatori spostano sul digitale: in base alle indagini PetB2B, oltre la metà degli intervistati dichiara di acquistare più del 50% dei prodotti online; ipotizziamo prudentemente un 35% del budget totale di spesa pet che passa dal digitale per questi “acquirenti frequenti”.
Se facciamo il conto:
Pet owner “frequente online”: 75 € × 35% ≈ 26 € al mese di spesa online.
Mediando su tutti i pet owner (inclusi i non digitali): la spesa online si attesta intorno a 15 € al mese per proprietario.
Sono stime, non verità scolpite nella pietra, ma per chi progetta un business plan indicano un ordine di grandezza:
Un pet owner digitale italiano può valere 20–30 € al mese di acquisti online in prodotti, a cui vanno aggiunte eventuali spese digitalizzate in servizi (visite, toeletta, educazione).
3. Dove comprano: piattaforme, catene e negozi fisici
Dal punto di vista dei canali, il quadro è chiarissimo:
Zooplus è il player leader nel canale online, con circa il 36% delle preferenze,
Amazon segue intorno al 30%,
dietro si muovono catene e operatori specializzati (Arcaplanet, L’Isola dei Tesori, Bauzaar, ecc.), spesso con strategie omnicanale.
Gli argomenti di vendita dell’online, secondo la survey Mediatic, sono:
Prezzo e promozioni: decisive per 2 proprietari su 3
Comodità e risparmio di tempo
Possibilità di acquistare 24/7 (apprezzata dal 61% del campione)
Ampiezza dell’assortimento, soprattutto su prodotti difficili da trovare offline
Ma il negozio fisico non scompare:
Circa un terzo dei pet owner continua a privilegiare i negozi fisici, in particolare le catene specializzate e i pet shop indipendenti.
I motivi: contatto diretto con il personale, possibilità di vedere e toccare i prodotti, evitare problemi di consegna/resi.
Per produttori e professionisti questo significa che il pet owner italiano è naturalmente multicanale: sceglie di volta in volta il punto vendita o l’app in base a convenienza, urgenza, tipo di prodotto e fiducia nel marchio.
4. Come pagano gli italiani quando comprano pet online
Qui entra in gioco la parte “tecnica”: con quali strumenti vengono pagati i carrelli pet online?
I dati specifici solo sul pet in Italia sono frammentari, ma i report sull’e-commerce italiano tracciano una linea chiara:
Secondo il Report e-commerce 2024 di Nexi, sui pagamenti online in Italia:
PayPal e wallet simili sono usati dal 58% degli utenti
le carte di debito dal 44%,
gli e-wallet (Apple Pay, Google Pay ecc.) dal 13%,
il contrassegno in contanti è ancora scelto dal 10%, soprattutto da utenti più tradizionalisti.
Nel mondo pet in Italia, un articolo di PetTrend dedicato ai pet store online mostra come:
i pagamenti con carta di credito/debito restino centrali,
soluzioni fintech come Payplug vengano scelte per garantire sicurezza (Smart 3-D Secure), checkout responsive e riduzione delle frodi e degli abbandoni di carrello.
In pratica, per il pet owner italiano:
Pagare online per il cane o il gatto è già un gesto “normale” quanto comprare abbigliamento o elettronica.
La sicurezza percepita (protezione della carta, autenticazione 3-D Secure, reputazione del sito) è il primo driver nella scelta del metodo di pagamento.
Le soluzioni veloci e “one-click” (PayPal, wallet integrati, carte salvate) aumentano la probabilità di chiudere l’ordine, soprattutto su acquisti ricorrenti come il pet food.
Per i produttori e i professionisti questo si traduce in alcuni must:
offrire almeno 3–4 metodi di pagamento: carta, PayPal, wallet, bonifico/Pay-by-link, eventualmente contrassegno;
garantire un checkout mobile-first, visto che una quota crescente di acquisti pet arriva da smartphone;
valutare pagamenti ricorrenti per abbonamenti (es. consegna mensile di cibo, pacchetti visite).
5. Cosa significa tutto questo per i produttori del mondo pet
Dal punto di vista di brand, produttori e retailer online, i dati raccontano alcune priorità evidenti.
5.1. Pensare “in mensile” (non solo in scontrini)
Se un proprietario spende mediamente:
75 € al mese in totale per il proprio animale,
di cui 20–30 € circa online in prodotti per chi è digitalmente attivo,
ha senso progettare offerte, bundle e abbonamenti che si posizionino dentro questo budget mensile
percepito.
Esempi:
Kit mensili cibo + lettiera per gatti, con sconto se in abbonamento.
Pacchetti “benessere annuali” frazionati in micro-rate mensili (associazione tra prodotti e servizi, es. alimenti dietetici + controllo veterinario).
Programmi fedeltà basati su spesa ricorrente, non sul singolo ordine.
5.2. Mettere il cibo al centro, ma usare il resto per fare margine
Sapendo che:
il food è la categoria più acquistata online,
ma accessori, lettiere, antiparassitari e igiene/toelettatura crescono e spesso hanno margini più interessanti,
la strategia tipica vincente è:
usare il pet food come driver ricorrente (abbonamenti, promo, “sconto di benvenuto”),
e monetizzare su:
up-selling (linee premium, formati più grandi, dietetici)
cross-selling (lettiere, antiparassitari, snack, giochi, integratori).
5.3. Pagamenti e UX: meno frizioni, più margine
Ogni ostacolo al pagamento è un carrello abbandonato. In pratica:
Carte e PayPal devono essere integrate in modo fluido, con pagina di pagamento responsive e brandizzata.
Il salvataggio dei metodi di pagamento (in sicurezza) è cruciale per favorire riordini in pochi clic.
Per i target più “tradizionali” (es. proprietari senior, aree rurali) può avere ancora senso offrire contrassegno o bonifico, magari con piccole fee per compensare il costo.
6. Opportunità per i professionisti del pet: veterinari, toelettatori, educatori
Finora abbiamo parlato soprattutto di prodotti. Ma una parte crescente della spesa pet va in servizi: salute, benessere, toelettatura, educazione, pet sitting, pensioni.
Ricordiamo che, secondo Pictet e il Rapporto Assalco–Zoomark, circa il 40% del budget annuo per pet viene destinato alla salute (visite, cure, prevenzione).
Per i professionisti questo scenario digitale apre almeno tre strade concrete.
6.1. Digitalizzare l’incasso
Offrire la possibilità di pagare con:
carta in studio (POS evoluti)
link di pagamento via SMS/WhatsApp/email per visite, controlli, pacchetti
prenotazione e pagamento online per toeletta, pensione, corsi di educazione
riduce i “buchi” di fatturato (mancati appuntamenti, dimenticanze) e allinea l’esperienza del cliente a quella degli e-commerce.
6.2. Pacchetti e abbonamenti “salute & benessere”
Se il proprietario è abituato a un esborso mensile stabile (tipo bolletta), è predisposto a ragionare in termini di piani:
piani di prevenzione veterinaria annuali, pagati a canone mensile (vaccini, visite, esami base);
abbonamenti di toelettatura (es. 1 lavaggio al mese + prodotti domiciliari);
pacchetti di educazione pagati con rate digitali o buy-now-pay-later.
L’importante è:
comunicare in anticipo cosa include il pacchetto,
con pricing “leggibile” in termini mensili (es. “meno di 1 € al giorno”).
6.3. E-commerce “ibridi” di servizi + prodotti
Per veterinari e professionisti con un forte posizionamento di fiducia, è naturale affiancare:
vendita online di parafarmaci, antiparassitari, dietetici, integratori,
a prenotazioni di servizi (visite, consulenze, fisioterapia, ecc.)
all’interno di un’unica esperienza digitale:
un’unica area cliente,
uno storico pagamenti,
promemoria automatici per richiami vaccinali o rinnovo antiparassitari.
7. Suggerimenti operativi per chi lavora nel pet
Riassumendo i numeri e traducendoli in azioni, chi produce o offre servizi per il mondo pet può:
Segmentare per valore mensile, non solo per specie
cluster “light” (<40 €/mese), “core” (40–100 €/mese), “premium” (>100 €/mese) di spesa totale pet;
pensare a offerte e messaggi dedicati a ciascun segmento.
Puntare su abbonamenti e riordino automatico
per tutto ciò che è ricorrente (cibo secco, umido, lettiere, antiparassitari, integratori);
con reminder legati ai consumi reali.
Ottimizzare i pagamenti online
integrare carte, PayPal e wallet;
attivare soluzioni sicure (3-D Secure, antifrode);
testare pagamenti ricorrenti e rateizzazione per pacchetti ad alto ticket (es. chirurgie, piani riabilitativi).
Comunicare prezzo e convenienza in modo trasparente
enfatizzare risparmio di tempo, comodità e assortimento, che sono i driver chiave della scelta dell’online;
ma senza banalizzare il prezzo: la qualità percepita rimane centrale, specie sul food e sulla salute.
Integrare online e offline
usare il sito e i social per generare traffico verso il negozio fisico o la clinica;
offrire vantaggi a chi prenota e paga online ma ritira o fruisce del servizio offline (click&collect, check-in veloce in ambulatorio, ecc.).
8. Conclusione: un portafoglio digitale a misura di pet in italia
Le ricerche più recenti dicono che il pet owner italiano:
spende cifre importanti per il proprio animale (fino a 900–1.050 € l’anno),
è sempre più abituato a comprare online – almeno una volta al mese nel 58% dei casi,
usa strumenti digitali di pagamento in modo maturo, con preferenza per soluzioni percepite come sicure e semplici,
continua però a dare valore al negozio fisico e al rapporto diretto con i professionisti.
Per produttori e professionisti del mondo pet in Italia , il messaggio è chiaro:
Non basta “avere un sito” o “aprire un e-commerce”: bisogna ripensare l’offerta intorno alla spesa mensile reale del pet in Italia owner, ai suoi comportamenti di pagamento e alla sua esperienza omnicanale.
Chi saprà combinare prodotti e servizi, fisico e digitale, vendite e consulenza, e soprattutto rendere i pagamenti facili, ricorrenti e sicuri, intercetterà non solo gli acquisti di oggi, ma soprattutto la fedeltà di lungo periodo di proprietari sempre più esigenti e informati.
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