
La giraffa
Tra i ruminanti si annoverano specie il cui aspetto difficilmente armonizza con quello degli animali attualmente esistenti, tanto da richiamare alla mente le creature fantastiche dei primi tempi della vita sulla Terra. Tra questi esseri affascinanti, il più appariscente è senza dubbio la giraffa, con il suo collo incredibilmente lungo e la silhouette inconfondibile che la rende uno degli animali più iconici del continente africano.
Classificazione scientifica:
La giraffa viene classificata come Giraffa camelopardalis, appartenente alla famiglia dei giraffidi, nell’ordine degli artiodattili, ovvero gli ungulati a numero pari di dita. Questa specie si suddivide in otto sottospecie principali, ciascuna con caratteristiche morfologiche e distribuzioni geografiche distinte. Tra le più conosciute troviamo:
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la giraffa reticolata (G.c. reticulata), riconoscibile per il disegno a rete del mantello;
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la giraffa dei Masai (G.c. tippelskirchi), diffusa nelle savane della Tanzania e del Kenya meridionale;
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la giraffa di Rothschild (G.c. rothschildi), una delle più rare e minacciate, nota anche come giraffa di Baringo;
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la giraffa del Capo (G.c. giraffa), presente in Sudafrica e Namibia, con macchie più chiare e ben delineate.
Evoluzione e adattamenti:
I suoi antenati erano animali dal collo corto che probabilmente vivevano in ambienti forestali, nutrendosi delle foglie che strappavano dai rami bassi degli alberi e dai cespugli. Con il passare del tempo, e in particolare con l’espansione della steppa africana durante l’era preistorica, il paesaggio cambiò radicalmente: gli alberi si fecero sempre più radi, e la vegetazione arbustiva divenne più dispersa. In questo nuovo ambiente, la selezione naturale ha favorito quegli individui che, grazie al corpo più alto, riuscivano a raggiungere con maggiore facilità il fogliame situato più in alto. È così che, attraverso millenni di evoluzione, la giraffa ha sviluppato il suo collo straordinariamente lungo e le sue zampe anteriori allungate, caratteristiche che oggi la rendono l’ungulato più alto del mondo.
La giraffa è un esempio straordinario di adattamento specializzato: può brucare le foglie dalle cime degli alberi, soprattutto quelle di acacia, grazie alla sua altezza che può superare i 5 metri e alla lingua preensile lunga fino a 50 cm. Questa alimentazione altamente selettiva le permette di accedere a risorse che molti altri erbivori non possono sfruttare.
Longevità e comportamento:
Allo stato selvatico, la giraffa può vivere fino a 26 anni, ma in condizioni di cattività, dove è protetta dai predatori e sottoposta a cure veterinarie costanti, può arrivare anche a 36 anni. Le giraffe vivono in gruppi sociali detti “branchi”, generalmente composti da femmine con i piccoli o da maschi adulti. Nonostante la loro mole, sono animali generalmente pacifici, anche se i maschi possono confrontarsi in combattimenti ritualizzati chiamati necking, in cui si colpiscono con il collo per stabilire la dominanza.
Ricerca curata da Silvia Di Stefano della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano.