Introduzione
Cos’è il microchip per cani (RFID passivo, capsula biocompatibile)
Cane microchippato: Il microchip per cani è un piccolo dispositivo elettronico, di forma cilindrica e delle dimensioni simili a un chicco di riso (circa 11 mm di lunghezza), realizzato in materiale biocompatibile per evitare reazioni avverse. Il microchip è un transponder RFID passivo, cioè non contiene batterie e non emette segnali autonomamente: si attiva soltanto quando viene avvicinato un apposito lettore (scanner veterinario).
All’interno del microchip è memorizzato un codice numerico univoco, registrato nell’anagrafe canina nazionale o regionale, che consente di associare in modo permanente il cane al suo proprietario. Questa tecnologia rappresenta oggi il metodo più sicuro e riconosciuto a livello internazionale per l’identificazione degli animali d’affezione.
Il microchip viene impiantato sottocute, in genere nella zona laterale sinistra del collo, con una procedura rapida e quasi indolore. Non necessita di sedazione né anestesia, ed è effettuata da un medico veterinario. Una volta inserito, il microchip non richiede manutenzione e dura per tutta la vita dell’animale.
Grazie a questo sistema, se un cane viene smarrito o rubato, le autorità competenti o i veterinari possono leggere il codice e risalire al proprietario, favorendo il rientro a casa e scoraggiando i furti.

Cane microchippato: Motivazioni principali – identificazione permanente, legge, prevenzione smarrimenti/furti
L’adozione del microchip per i cani non è solo un’opzione utile, ma un obbligo legale in Italia. Dal 2005, tutti i cani devono essere identificati e registrati entro il secondo mese di vita o entro 30 giorni dal possesso. Questo requisito risponde a diverse finalità cruciali:
- Identificazione permanente e certa: contrariamente al tatuaggio o alla medaglietta, il microchip non si deteriora, non si perde e garantisce un legame univoco con il proprietario.
- Prevenzione degli smarrimenti: in caso di fuga o smarrimento, la presenza del microchip aumenta notevolmente le probabilità di ritrovamento e restituzione, dato che tutte le strutture veterinarie, canili e polizie locali dispongono di lettori.
- Contrasto al randagismo: la registrazione obbligatoria rende più semplice monitorare la popolazione canina e limitare l’abbandono.
- Deterrente ai furti: grazie alla possibilità di verifica immediata, un cane rubato e rivenduto può essere riconosciuto e riportato al legittimo proprietario.
- Requisito per viaggiare all’estero: il microchip è indispensabile per il rilascio del passaporto europeo per animali da compagnia, necessario per attraversare i confini.
Infine, il microchip è visto come un gesto di responsabilità e rispetto verso l’animale, perché garantisce tutela e sicurezza per tutta la sua vita.
Cane microchippato: normativa italiana e obblighi legali
L’identificazione tramite microchip è obbligatoria in Italia per tutti i cani, come stabilito dalla Legge n. 281 del 14 agosto 1991 e successivamente dalle normative regionali che ne regolamentano le modalità. L’obbligo di microchippare i cani è entrato ufficialmente in vigore nel 2005, sostituendo progressivamente il vecchio tatuaggio identificativo.
Obbligo di registrazione
Ogni proprietario deve provvedere a far inserire il microchip al proprio cane entro 60 giorni di vita oppure entro 30 giorni dall’acquisto o adozione, se si tratta di un cane già adulto. L’inserimento del microchip va accompagnato dall’iscrizione all’Anagrafe Canina Regionale, un registro pubblico gestito dalle ASL (Aziende Sanitarie Locali).
Durante la registrazione vengono associati al codice numerico del microchip i dati anagrafici del proprietario (nome, cognome, indirizzo, recapiti) e le informazioni principali sul cane (razza, sesso, data di nascita).
Obblighi per il proprietario
Oltre all’inserimento iniziale, il proprietario ha il dovere di mantenere aggiornati i dati presenti nell’anagrafe. In caso di cambio di residenza, cessione di proprietà, smarrimento, decesso del cane o altre variazioni, è necessario comunicare le modifiche entro un massimo di 15 giorni.
Queste regole consentono di mantenere un monitoraggio accurato della popolazione canina, aiutano a combattere il randagismo e a tutelare la salute pubblica.
Sanzioni per inadempienza
La mancata applicazione del microchip o la non registrazione all’anagrafe comporta sanzioni amministrative, che possono variare da regione a regione. In genere, le multe vanno da €100 a €600.
Inoltre, un cane non identificato può essere considerato randagio in caso di smarrimento, con conseguenze gravi: l’animale potrebbe essere affidato al canile o, in casi estremi, sottoposto a procedure di adozione forzata.
Validità internazionale
Il microchip deve essere conforme alla norma ISO 11784/11785, che stabilisce frequenze e standard di lettura. Questo è fondamentale per chi viaggia con il cane all’estero: il passaporto europeo per animali da compagnia, obbligatorio per attraversare i confini UE, viene rilasciato solo se il cane è microchippato.
Il microchip garantisce dunque non solo il rispetto della legge italiana, ma anche la possibilità di viaggiare in sicurezza e di tutelare l’identità dell’animale in tutti i Paesi aderenti.
Cane microchippato: procedura di impianto
Il microchip viene impiantato sottocute dal medico veterinario abilitato, in una procedura veloce, sicura e quasi indolore per l’animale.
Come si esegue l’inserimento
L’inserimento avviene nella regione laterale sinistra del collo, tra la base del cranio e la spalla. Il veterinario utilizza una siringa sterile monouso contenente il microchip, che viene inserito con un ago di dimensioni leggermente superiori a quelle delle normali siringhe da vaccino.
La procedura non richiede anestesia né sedazione, dato che il fastidio percepito è minimo e paragonabile a quello di una normale iniezione. Subito dopo l’inserimento, il veterinario verifica il corretto funzionamento del microchip tramite un lettore apposito e registra il codice nell’Anagrafe Canina Regionale.
Materiali e caratteristiche del microchip
Il microchip è composto da una capsula biocompatibile, solitamente in vetro o polimero, che racchiude un circuito elettronico e un’antenna. Proprio grazie alla biocompatibilità, le reazioni avverse sono rarissime e di lieve entità (piccole infiammazioni locali che regrediscono spontaneamente).
Una volta inserito, il microchip non richiede manutenzione, non si scarica e non emette radiazioni: si attiva solo in presenza di un lettore a radiofrequenza (RFID).
Sicurezza e possibili complicazioni
Il rischio di complicanze è minimo. Le migrazioni del microchip (spostamento leggero dal punto di inserimento iniziale) possono accadere, ma non compromettono la lettura del codice. In alcuni casi molto rari possono manifestarsi piccole reazioni fibrose attorno alla capsula.
Secondo la letteratura veterinaria, non esistono evidenze che colleghino il microchip a formazioni tumorali o patologie gravi.
L’animale può tornare immediatamente alle normali attività quotidiane dopo la procedura.
Cane microchippato: vantaggi e limiti
L’introduzione del microchip rappresenta una delle più grandi innovazioni nella gestione della sicurezza e identificazione dei cani. Tuttavia, come ogni strumento, presenta vantaggi importanti ma anche alcuni limiti che è bene conoscere.
Vantaggi
Identificazione permanente e certa
Il microchip garantisce un’identificazione univoca e permanente per tutta la vita del cane. Diversamente dal tatuaggio o dalla medaglietta al collare, che possono essere alterati, staccati o resi illeggibili, il microchip rimane sempre leggibile tramite apposito scanner.
Maggiore probabilità di ritrovamento
Le statistiche mostrano che un Cane microchippato ha una probabilità di essere restituito al proprietario superiore al 50%, contro meno del 25% per quelli senza identificazione. Il microchip permette alle autorità, ai veterinari e ai canili di risalire rapidamente ai dati del proprietario registrati nell’Anagrafe Canina.
Contrasto a furti e abbandoni
La possibilità di verificare istantaneamente la proprietà del cane scoraggia furti e compravendite illegali. Inoltre, l’obbligo di microchip rappresenta un deterrente contro l’abbandono, in quanto facilita l’attribuzione delle responsabilità legali al proprietario.
Facilità di viaggiare
Il microchip è un requisito obbligatorio per il passaporto europeo per animali da compagnia, che consente di viaggiare all’estero (UE e alcuni Paesi extra-UE) con il proprio cane in totale regolarità.
Nessuna manutenzione
Una volta inserito, il microchip non richiede controlli frequenti né interventi di sostituzione. È sufficiente farne verificare la corretta lettura durante i controlli di routine dal veterinario.
Limiti
Non è un GPS
Un errore molto comune è pensare che il microchip funzioni come un localizzatore satellitare. In realtà, non fornisce la posizione in tempo reale del cane: serve un apposito lettore per individuare il codice identificativo quando il cane viene ritrovato.
Dipendenza dall’aggiornamento dei dati
Il microchip risulta utile solo se i dati registrati nell’anagrafe sono aggiornati. In caso di cambio di proprietario, residenza o recapiti, il mancato aggiornamento può rendere vano il rintracciamento del proprietario.
Necessità di lettore specifico
Il codice non è visibile a occhio nudo né leggibile senza uno scanner veterinario. Questo significa che un cittadino comune che trova un cane smarrito non potrà identificarlo senza rivolgersi a un’autorità competente o a un veterinario.
Cane microchippato: Manutenzione e controlli
Il microchip per cani è progettato per durare tutta la vita dell’animale e, in linea generale, non richiede interventi o sostituzioni. Tuttavia, per garantire la massima efficacia e il rispetto delle normative, è importante effettuare controlli e aggiornamenti periodici.
Controllo di funzionamento
Durante le visite veterinarie di routine, si consiglia di verificare sempre la corretta leggibilità del microchip tramite un apposito scanner RFID. In questo modo, si accerta che il microchip sia ancora al suo posto e che il codice identificativo sia integro.
Questa verifica è particolarmente importante in caso di migrazione sottocutanea, un fenomeno raro ma possibile, in cui il microchip si sposta leggermente dal punto di inserimento originale. Anche se ciò non compromette la sua funzionalità, aiuta a tenere traccia della sua posizione esatta.
Aggiornamento dei dati anagrafici
Il microchip non contiene i dati personali del proprietario, ma solo un codice identificativo univoco. Tutte le informazioni anagrafiche sono archiviate nel database dell’Anagrafe Canina Regionale.
In caso di:
- Cambio di residenza
- Trasferimento di proprietà (cessione o vendita)
- Cambio numero di telefono
- Decesso del cane
il proprietario è obbligato per legge a comunicare la variazione entro 15 giorni.
Questi aggiornamenti sono fondamentali per assicurare che, in caso di smarrimento o furto, le autorità possano contattare rapidamente il proprietario corretto.
Eventuali problemi tecnici
Molto raramente, il microchip potrebbe non essere leggibile a causa di difetti di fabbricazione, danni meccanici o migrazioni eccessive. In questi casi, il veterinario potrà valutare la necessità di un eventuale reinserimento o di una registrazione supplementare.
Tuttavia, casi di malfunzionamento sono considerati eccezionali: la maggior parte dei microchip attuali è testata per resistere a urti, variazioni termiche e umidità interna del corpo.
Buone pratiche
- Far controllare la leggibilità del microchip almeno una volta l’anno, ad esempio durante la vaccinazione annuale.
- Conservare sempre la documentazione relativa all’impianto del microchip e alla registrazione nell’anagrafe.
- Tenere aggiornate le informazioni di contatto per evitare disguidi in caso di ritrovamento del cane.
Contesto internazionale e altre specie
Il Cane microchippato non è solo un obbligo in Italia, ma è anche uno standard riconosciuto a livello internazionale, fondamentale per chi viaggia o esporta animali da compagnia.
Standard ISO e validità internazionale
I microchip devono rispettare la normativa ISO 11784/11785, che regola frequenza (125 o 134,2 kHz) e modalità di lettura. Questo garantisce che i microchip possano essere letti in tutti i Paesi che aderiscono a questi standard, facilitando gli spostamenti e la gestione transfrontaliera degli animali.
Per i viaggi nell’Unione Europea, la presenza del microchip è obbligatoria per ottenere il passaporto europeo per animali da compagnia, documento indispensabile per viaggiare con il cane in aereo, treno o nave.
In molti Paesi extra-UE (come Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia), il microchip è requisito fondamentale per l’ingresso o per il rispetto delle leggi locali in materia di importazione degli animali.
Registrazioni internazionali
Oltre alle anagrafi regionali o nazionali, esistono database internazionali dove è possibile registrare volontariamente il microchip del cane (ad esempio Petmaxx o Europetnet). Questa registrazione parallela aumenta le possibilità di ritrovamento in caso di smarrimento all’estero.
Altre specie
Il microchip non è utilizzato solo per i cani. In diversi Paesi (e in alcune regioni italiane) è sempre più diffuso anche per:
- Gatti: obbligatorio solo in alcune aree, ma fortemente consigliato. Il gatto è infatti un animale che tende a vagare e smarrirsi più facilmente.
- Furetti: obbligatorio per i viaggi all’estero (UE), per i quali è richiesto anche il passaporto.
- Conigli, cavalli e altri animali domestici: in genere facoltativo, ma consigliato per esemplari da esposizione, riproduzione o in caso di alto valore economico.
- Rapaci e tartarughe: in ambito faunistico e di tutela delle specie protette, il microchip è spesso obbligatorio per contrastare il traffico illegale.
Controlli alle frontiere
Nelle dogane aeroportuali e portuali, le autorità sanitarie verificano la presenza del microchip, confrontando il codice con il passaporto e i certificati sanitari. L’assenza o la mancata leggibilità può portare a blocco temporaneo dell’animale, quarantena o rifiuto dell’ingresso.
Benefici per la tutela delle specie
Nei progetti di conservazione della fauna selvatica, il microchip rappresenta uno strumento essenziale per tracciare individui liberati in natura, per monitorare popolazioni selvatiche e per contrastare i fenomeni di bracconaggio.
FAQ (domande frequenti)
Il microchip fa male al cane?
No, l’inserimento del microchip è una procedura rapida e poco dolorosa, paragonabile a una semplice iniezione. Non richiede anestesia né sedazione. Una volta impiantato, il cane non avverte alcun fastidio.
È obbligatorio mettere il microchip al cane?
Sì. In Italia, il microchip è obbligatorio per legge dal 2005. Tutti i cani devono essere identificati entro i 60 giorni di vita o entro 30 giorni dall’acquisto o adozione.
Quanto costa mettere il microchip?
Il costo varia in base alla regione e al tariffario del veterinario, ma solitamente si aggira tra i 30 e i 50 euro, inclusa la registrazione all’anagrafe canina.
Il microchip funziona come un GPS?
No. Il microchip non consente di localizzare il cane in tempo reale. Serve solo a identificare l’animale quando viene ritrovato e letto con uno scanner specifico.
Cosa succede se cambio casa o numero di telefono?
Il proprietario è tenuto a comunicare le variazioni all’anagrafe canina entro 15 giorni. In caso contrario, le autorità non potranno contattarti se il cane viene ritrovato.
Posso far microchippare un cane adulto?
Sì. Il microchip può essere impiantato in qualsiasi momento, anche su cani adulti. Non esiste un limite di età per la registrazione, purché si rispetti l’obbligo legale per i nuovi acquisti o adozioni.
E se il cane muore?
La morte del cane deve essere comunicata all’anagrafe canina entro 15 giorni, per aggiornare i registri e chiudere correttamente la scheda anagrafica.
Devo comunque mettere la medaglietta al collare?
La medaglietta con il nome e il numero di telefono rimane consigliata. Pur non essendo obbligatoria, permette un contatto diretto più rapido in caso di smarrimento. Il microchip serve per l’identificazione ufficiale, ma la medaglietta può facilitare la restituzione immediata.
Il microchip può essere rimosso?
Tecnicamente sì, ma la rimozione è fortemente sconsigliata e può essere eseguita solo da un veterinario in casi eccezionali (ad esempio per gravi reazioni locali). Inoltre, togliere il microchip non esonera il proprietario dagli obblighi di legge.
Conclusioni e consigli pratici
Il microchip rappresenta uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza e la tutela legale del cane, oltre a essere un segnale di grande responsabilità da parte del proprietario.
Oggi non si tratta più solo di un obbligo burocratico, ma di un vero e proprio atto d’amore verso l’animale. Grazie al microchip, il cane può essere ritrovato più facilmente in caso di smarrimento o furto, riducendo ansie e paure legate alla perdita. Inoltre, l’identificazione obbligatoria contribuisce a ridurre il randagismo e a migliorare la gestione delle popolazioni canine sul territorio.
Consigli pratici per i proprietari
Microchippa il cane il prima possibile, idealmente entro i primi mesi di vita, così da rispettare la legge e abituare subito l’animale alla registrazione.
Aggiorna sempre i dati anagrafici: un microchip non aggiornato rischia di essere inutile in caso di emergenza.
Controlla la leggibilità del microchip durante le visite veterinarie di routine. Bastano pochi secondi per accertarsi che tutto funzioni correttamente.
Associa sempre una medaglietta identificativa al collare, anche se non obbligatoria. Può facilitare un recupero immediato in caso di ritrovamento da parte di un privato.
Conserva la documentazione relativa al microchip, utile in caso di controlli o viaggi all’estero.
Il valore etico
Il microchip non è solo una questione tecnica o legale: rappresenta un impegno verso la protezione e la dignità del cane. Ogni animale merita di essere riconosciuto, protetto e restituito alla sua famiglia in caso di necessità.
Cane microchippato: dotare il proprio cane di microchip significa offrirgli una possibilità in più di tornare a casa, ed è un passo fondamentale per promuovere la cultura del possesso responsabile.
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Articolo prodotto da GRUPPO DIGI