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Parassiti esterni nel gatto

Parassiti esterni nel gatto

Parassiti esterni nel gatto:  un problema diffuso e spesso trascurato
Le parassitosi degli animali domestici sono senza dubbio uno dei problemi più diffusi (e spesso più trascurati) dei nostri animali. Statisticamente cinque animali su dieci, circa, che entrano nel mio ambulatorio risultano infestati da parassiti. Ho detto "infestati" e non "infettati" perché il temine infezione è utilizzato, in medicina, solo per indicare le malattie sostenute da virus e batteri: quando la patologia è sostenuta da parassiti si parla di infestazione.

Parassiti esterni: cosa sono?

I parassiti esterni vengono tecnicamente definiti ectoparassiti ovvero agenti infestanti che trovano la loro ubicazione ideale nella superficie esterna dei nostri amici a quattro zampe, vale a dire nel mantello e nella cute. Gli endoparassiti, invece, albergano all’interno dei nostri animali ovvero in sangue, intestino, cuore, fegato, ecc. Gli ectoparassiti più comuni appartengono alle classi insecta (insetti) ed arachnida (aracnidi). La differenziazione ad una prima occhiata, tra i parassiti appartenenti alle due classi, si effettua contandone le zampe: gli insetti ne hanno sei mentre gli aracnidi otto.

Parassiti esterni nel gatto: pulci e pidocchi
Tra gli insetti parassiti annoveriamo pulci e pidocchi; tra gli aracnidi zecche ed acari responsabili delle varie rogne. Per valutare se il nostro amico a quattro zampe è infestato occorre analizzarne attentamente il mantello e il comportamento: prurito, crosticine cutanee diffuse, scuotimento delle orecchie, "palline nere" grandi come capocchie di spillo tra i peli della cute: sono tutti possibili campanelli di allarme che devono indurci (possibilmente con l’aiuto del veterinario di fiducia) a individuare il tipo di parassita e la conseguente terapia più adatta.

Parassiti esterni nel gatto: trattamenti e prevenzione

Il metodo e la frequenza dei trattamenti contro gli ectoparassiti dipendono dai tipi di prodotti commerciali utilizzati. I più validi sono quelli che associano ad una bassa tossicità una lunga durata di azione e una buona praticità di impiego.

Parassiti esterni nel gatto: i miei consigli
A mio parere, soprattutto per gli animali che vivono a stretto contatto con l’uomo, sono da preferire le preparazioni iniettabili, in compresse o ad applicazione locale in un solo punto (in genere in mezzo alle scapole). La differenza con i prodotti antiparassitari (liquidi o in polvere) da irrorare su tutto l’animale sta nel fatto che questi ultimi lasciano spesso residui chimici sul mantello con cui veniamo irrimediabilmente a contatto ogni qualvolta accarezziamo il nostro amico. Nel caso di una notevole infestazione è consigliabile, prima di praticare un trattamento, fare un buon lavaggio dell’animale con uno shampoo antiparassitario in modo da uccidere immediatamente tutti i parassiti rimuovendo contemporaneamente i residui da essi derivati (feci di pulce, uova, croste da grattamento, ecc.). Sarà il veterinario a stabilire qual è il prodotto più adatto per l’animale soprattutto in base alla tossicità dello stesso e alle condizioni dell’animale da trattare (età, gravidanza, stato di salute generale, ecc.), sono frequenti, infatti le intossicazioni da prodotti antiparassitari utilizzati incautamente dai proprietari "fai da te" .

Parassiti esterni nel gatto: risoluzione meccanica o chimica?
La profilassi ambientale mira a ridurre il numero di parassiti attraverso misure di tipo meccanico e chimico. Le misure meccaniche consistono nell’effettuare frequentemente lavaggi delle superfici e del giaciglio degli animali nonché aspirazioni di coperte, tappeti e tappezzerie in genere. Le misure chimiche abbattono la carica ambientale attraverso l’utilizzo di appositi insetticidi ambientali da irrorare nelle aree frequentate dai nostri amici a quattro zampe. E’ buona regola in ogni caso leggere attentamente le istruzioni riportate sulle confezioni dei prodotti prima di effettuare ogni trattamento.

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