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Krill

Krill

Il Krill è un piccolo crostaceo che gioca un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, soprattutto nelle fredde acque antartiche. Questi minuscoli organismi, appartenenti principalmente alla specie Euphausia superba, formano immense aggregazioni o banchi che possono estendersi per chilometri nell'oceano, diventando una delle biomasse più abbondanti sul pianeta.

Nutrendosi di fitoplancton attraverso un processo di filtrazione, il krill trasforma l'energia solare, assorbita dal fitoplancton, in una forma di nutrimento essenziale per numerosi animali marini. Balene, foche, pinguini e uccelli marini dipendono direttamente o indirettamente da questa fonte alimentare per sopravvivere, rendendo il krill una componente fondamentale della catena alimentare antartica.

Oltre al suo ruolo ecologico, egli è anche oggetto di pesca commerciale. L'olio di krill, ricco di acidi grassi omega-3, è molto richiesto come integratore alimentare per i suoi benefici sulla salute umana. Tuttavia, la crescente domanda ha sollevato preoccupazioni ambientali legate alla sostenibilità della pesca del krill e al suo impatto sugli ecosistemi polari.

La gestione della pesca di questo pesce è regolata dalla Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Viventi dell'Antartide (CCAMLR), che mira a garantire un approccio precauzionale e basato sull'ecosistema. Nonostante questi sforzi regolatori, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente per il krill. Il riscaldamento globale e la riduzione dei ghiacci marini influenzano la disponibilità del fitoplancton di cui si nutre il krill, con potenziali ripercussioni su tutta la catena alimentare antartica.

In conclusione, il krill non è solo un "pesce" insignificante nelle vaste distese oceaniche; è una specie chiave che sostiene la biodiversità marina e richiede attente misure di conservazione per garantire la salute degli oceani nel lungo termine. La sua importanza ecologica ed economica sottolinea la necessità di ricerca continua e gestione sostenibile delle risorse marine.

Breve Panoramica sulla Razza

Il krill, benché possa trarre in inganno con il suo nome, non appartiene alla categoria dei pesci bensì a quella degli eufausiacei, piccoli crostacei marini che svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi acquatici, soprattutto nelle fredde acque antartiche. La parola "krill" deriva dal norvegese e significa piccolo pesce di mare, sebbene, come accennato, non sia correttamente classificabile come tale.

La sua razza più conosciuta è il krill antartico (Euphausia superba), che costituisce una delle biomasse animali più grandi del pianeta, stimate in circa 379 milioni di tonnellate. Questo rende il krill non solo un elemento fondamentale della catena alimentare marina ma anche un indicatore significativo della salute degli oceani e delle variazioni climatiche globali.

La loro dimensione varia da pochi millimetri fino a circa 6 centimetri per le specie più grandi. Il corpo del krill è generalmente trasparente o semi-trasparente, con una colorazione che può virare verso il rosso a causa dell'alimentazione ricca di carotenoidi derivanti principalmente dal fitoplancton.

Il suo ciclo vitale è particolarmente affascinante: si riproduce durante i mesi estivi antartici rilasciando migliaia di uova che affondano fino a 2.000 metri di profondità prima di risalire verso la superficie come parte del loro sviluppo larvale. La loro longevità varia dai 5 ai 10 anni, un periodo notevole considerando la vasta gamma di predatori che ne dipendono per la propria sopravvivenza, inclusi uccelli marini, balene, foche e pesci.

Oltre al loro ruolo ecologico, egli è oggetto di pesca commerciale per l'estrazione dell'olio ricco di Omega-3 e per l'utilizzo come mangime in acquacoltura. Tuttavia, la gestione sostenibile delle pescherie di krill è fondamentale per preservare le delicate dinamiche degli ecosistemi marini in cui vive.

In conclusione, il krill pesce rappresenta una componente vitale degli oceani del mondo. Lo studio e la conservazione di questa piccola ma influente creatura sono essenziali per comprendere meglio gli impatti ambientali globali sulle catene alimentari marine e sull'equilibrio ecologico del nostro pianeta. La sua esistenza sottolinea l'interconnessione tra le specie marine e l'importanza di adottare pratiche di pesca responsabili e sostenibili per garantire la salute degli oceani per le generazioni future.

Krill: Caratteristiche Fisiche

Il krill, noto anche come "pesce krill", comprende diverse specie di crostacei appartenenti alla famiglia degli Euphausiidae. Questi piccoli organismi pelagici giocano un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, fungendo da importante collegamento nella catena alimentare tra il fitoplancton, di cui si nutrono, e i predatori più grandi, come balene, foche, pinguini e uccelli marini. Concentrandoci sulle caratteristiche fisiche del krill, possiamo approfondire la comprensione di questi eccezionali abitanti degli oceani.

Il suo corpo è generalmente allungato e trasparente, con una lunghezza che varia da pochi millimetri a circa 6 centimetri nelle specie maggiormente diffuse, come l'Euphausia superba. Questa trasparenza li rende difficilmente rilevabili dai predatori quando sono immersi nelle acque oceaniche. La loro esoscheletro è composto da chitina, una sostanza che fornisce protezione senza compromettere la mobilità.

Una delle caratteristiche distintive di questo pesce è la presenza di grandi occhi composti che gli conferiscono un'eccellente visione. Questo aspetto è fondamentale per il loro stile di vita pelagico, consentendo loro di individuare il fitoplancton di cui si nutrono e di evitare i predatori. La testa porta antenne molto sviluppate che svolgono funzioni sensoriali e aiutano nella raccolta del cibo.

Le appendici del corpo sono specializzate per varie funzioni: le prime due paia di toracopodi sono adattate per l'alimentazione, permettendo al krill di filtrare efficacemente il fitoplancton dall'acqua. Le restanti appendici toraciche e quelle addominali sono impiegate principalmente per la locomozione. Il krill si muove grazie a movimenti natatori rapidi e agili, propellendosi con le appendici addominali mentre le appendici toraciche contribuiscono mantenendo la stabilità e la direzione.

Le sue larve attraversano diverse fasi di sviluppo prima di raggiungere la maturità sessuale. Questo processo può variare significativamente in durata a seconda delle condizioni ambientali come temperatura dell'acqua e disponibilità di cibo.

In sintesi, le caratteristiche fisiche del krill ne fanno organismi eccezionalmente adattati alla vita nelle vaste e variabili condizioni degli oceani del mondo. La loro capacità di filtrare grandi quantità di fitoplancton, la mobilità agile e le sofisticate capacità sensoriali sono solo alcuni degli aspetti che sottolineano l'importanza del krill negli ecosistemi marini. Nonostante le piccole dimensioni, il krill ha un impatto significativo sulla salute e sulla struttura delle comunità oceaniche globali, svolgendo un ruolo essenziale nella rete alimentare marina. Le loro caratteristiche fisiche non solo riflettono l'adattamento a un ambiente pelagico ma evidenziano anche l'interconnettività tra le specie marine e l'importanza della conservazione degli habitat oceanici per la sopravvivenza di questi piccoli ma vitali organismi.

Krill: Habitat e Distribuzione

Il krill, piccolo crostaceo appartenente alla famiglia degli Euphausiidae, rappresenta una componente cruciale negli ecosistemi marini, specialmente nelle fredde acque antartiche e sub-antartiche. Questi organismi pelagici, di fondamentale importanza nella catena alimentare marina, hanno una distribuzione che varia significativamente in base alla specie, alle condizioni ambientali e ai cambiamenti stagionali.

L'habitat del krill è prevalentemente localizzato nelle acque fredde dell'Oceano Antartico, dove si registra la maggiore concentrazione di Euphausia superba, la specie più nota. Tuttavia, diverse specie di krill sono presenti anche negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, dimostrando una notevole adattabilità agli ambienti marini diversificati. La distribuzione del krill è fortemente influenzata dalle correnti oceaniche, dalla temperatura dell'acqua, dalla salinità e dalla disponibilità di fitoplancton, di cui si nutre.

Le zone ricche di ghiaccio marino offrono l'habitat ideale per il krill antartico, fornendo cibo abbondante e protezione dai predatori. Durante l'estate australe, il krill si aggrega in grandi banchi nelle acque superficiali per alimentarsi del fitoplancton in fiore. In inverno, invece, tende a spostarsi verso profondità maggiori dove può continuare a nutrirsi di alghe microscopiche presenti sotto la superficie del ghiaccio.

La sua capacità di effettuare migrazioni verticali giornaliere è un aspetto chiave della sua ecologia. Questo comportamento gli permette non solo di sfruttare diverse risorse alimentari ma anche di ridurre il rischio di predazione.

La sua distribuzione è soggetta a variazioni annuali dovute a cambiamenti climatici e ambientali. Il riscaldamento globale e la riduzione dei ghiacci marini antartici sono tra i fattori che minacciano gli habitat del krill, influenzando la sua disponibilità come risorsa alimentare per numerose specie dipendenti, tra cui balene, foche e pinguini.

In conclusione, il krill occupa un ruolo ecologico fondamentale negli oceani del mondo. La comprensione della sua habitat e distribuzione è essenziale per valutare gli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini e per garantire la conservazione di queste specie chiave. Le strategie di gestione sostenibile e le politiche di conservazione dovranno tenere conto della complessità delle interazioni tra il krill, il suo ambiente e le specie che ne dipendono, al fine di proteggere questi delicati equilibri ecologici.

Krill: Comportamento e Stile di Vita

Il krill, piccoli crostacei appartenenti alla famiglia degli Euphausiacea, rappresenta una componente fondamentale degli ecosistemi marini, in particolare nelle fredde acque antartiche. Questi organismi zooplanctonici si distinguono per alcune caratteristiche peculiari riguardanti il loro comportamento e stile di vita che hanno un impatto significativo sulla catena alimentare marina.

Uno degli aspetti più rilevanti del loro comportamento è la formazione di grandi banchi, che possono estendersi per chilometri quadrati e comprendere miliardi di individui. Questa strategia collettiva è essenziale per ridurre il rischio di predazione da parte di balene, foche, pinguini e altri predatori marini. La densità dei banchi varia in funzione delle condizioni ambientali e della disponibilità di cibo.

Questo pesce si nutre principalmente di fitoplancton e, in misura minore, di zooplancton. Per farlo, utilizza le sue appendici natatorie filtranti per catturare le particelle alimentari presenti nell'acqua. Questo processo di alimentazione gioca un ruolo cruciale nel trasferimento dell'energia solare, assorbita dal fitoplancton attraverso la fotosintesi, ai livelli trofici superiori dell'ecosistema marino.

La migrazione verticale giornaliera è un altro tratto distintivo del comportamento del krill. Durante la notte, questi crostacei risalgono verso la superficie per nutrirsi in sicurezza sotto la copertura dell'oscurità. Al sorgere del sole, si immergono a profondità maggiori per evitare i predatori. Questo movimento costante contribuisce alla miscelazione delle acque oceaniche e alla distribuzione degli elementi nutritivi.

Il suo ciclo vitale è strettamente legato alle condizioni ambientali estreme dei suoi habitat. La riproduzione è influenzata dalla disponibilità di cibo e dalle temperature dell'acqua; le uova vengono liberate in acqua dove si sviluppano passando attraverso vari stadi larvali prima di raggiungere la forma adulta.

In conclusione, il krill non solo svolge un ruolo vitale nella rete alimentare antartica ma influisce anche sui processi biogeochimici globali mediante il suo comportamento e stile di vita unici. La comprensione dettagliata di questi aspetti è fondamentale per valutare l'impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini e per adottare misure di conservazione efficaci.

Krill: Osservazione e Conservazione

Il krill, piccolo crostaceo che costituisce una fondamentale risorsa alimentare per numerose specie marine, gioca un ruolo cruciale negli ecosistemi polari. La sua osservazione e conservazione sono temi di crescente interesse scientifico e ambientale. Questi organismi, principalmente il Krill Antartico (Euphausia superba), vivono in grandi banchi nelle acque fredde intorno all'Antartide, formando una componente essenziale della catena alimentare marina.

L'osservazione del krill ha rivelato dettagli affascinanti sulle sue abitudini e sul suo ciclo vitale. Ad esempio, durante l'estate antartica, si nutrono di fitoplancton, contribuendo significativamente alla riduzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera tramite il processo di sequestro del carbonio. Di notte, risalgono verso la superficie per alimentarsi, mentre di giorno tendono a spingersi in profondità per evitare i predatori.

Tuttavia, la sua conservazione è messa a rischio da vari fattori. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale hanno un impatto diretto sulle sue popolazioni, alterando la disponibilità di fitoplancton di cui si nutre. Inoltre, la pesca intensiva del krill per l'utilizzo in integratori alimentari e come mangime in acquacoltura sta riducendo le sue popolazioni a livelli preoccupanti.

Le strategie per la conservazione del krill includono l'implementazione di aree marine protette nell'Oceano Antartico e la regolamentazione della pesca al krill per assicurare che sia sostenibile. Organizzazioni internazionali come la Commissione per la Conservazione della Fauna e della Flora Marine dell'Antartide (CCAMLR) stanno lavorando per stabilire quote di pesca basate su principi scientifici rigorosi che tengano conto degli effetti cumulativi sulle specie dipendenti dal krill.

La sfida maggiore nella conservazione del krill risiede nel bilanciare le esigenze umane con la protezione degli ecosistemi marini vulnerabili. La ricerca continua è essenziale per comprendere meglio i complessi legami tra krill, cambiamenti ambientali e catene alimentari marine. Solo attraverso uno sforzo globale concertato sarà possibile garantire che questi piccoli ma fondamentali abitanti degli oceani possano continuare a svolgere il loro ruolo vitale negli ecosistemi marini per le generazioni future. La sensibilizzazione e l'educazione sull'importanza del krill nella biodiversità marina e il suo impatto sul clima globale sono passi cruciali per stimolare un maggiore impegno nella sua conservazione. Inoltre, lo sviluppo di tecnologie innovative per l'osservazione del krill può fornire dati più accurati sulle sue dinamiche di popolazione e sugli effetti delle attività umane, consentendo così di adottare misure di gestione più efficaci.

In conclusione, il krill non è solo un pesce piccolo nell'immensità degli oceani, ma un elemento chiave che sostiene la vita marina e contribuisce alla salute del nostro pianeta. La sua osservazione e conservazione rappresentano sfide importanti ma necessarie per mantenere l'equilibrio degli ecosistemi polari e garantire la sopravvivenza di numerose specie marine. Sostenere gli sforzi di conservazione del krill significa proteggere la ricchezza della vita negli oceani per un futuro sostenibile.

Krill: Curiosità

I krill sono piccoli crostacei che giocano un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, essendo una fonte alimentare fondamentale per numerose specie marine, tra cui balene, foche, pinguini e uccelli marini. Questi organismi, benché di dimensioni ridotte, rappresentano una massa biologica immensa e svolgono funzioni ecologiche vitali.

Una delle curiosità più affascinanti riguarda la loro capacità di formare enormi banchi, visibili perfino dallo spazio. Questa tendenza al raggruppamento è una strategia difensiva contro i predatori ma facilita anche l'accoppiamento. Un singolo banco può estendersi per chilometri quadrati e contenere trilioni di individui.

Questo pesce è noto per la sua incredibile efficienza nella cattura del carbonio. Attraverso il processo di alimentazione e la successiva defecazione nelle profondità dell'oceano, il krill contribuisce a sequestrare significative quantità di CO2 dall'atmosfera terrestre. Questo meccanismo naturale è fondamentale per la regolazione del clima globale.

Un'altra sua peculiarità è il suo ciclo vitale, che può durare fino a 10 anni, un periodo considerevole per un organismo di così piccole dimensioni. Durante la sua vita, il krill migra verticalmente nell'acqua, alimentandosi di fitoplancton durante la notte vicino alla superficie e nascondendosi nelle profondità durante il giorno per evitare i predatori.

Infine, il krill antartico (Euphausia superba) gioca un ruolo chiave nell'ecosistema polare. La sua presenza influisce sulla distribuzione e sul comportamento di predatori iconici come le balene da minke antartiche. Curiosamente, nonostante le sue dimensioni minuscole rispetto a questi giganti del mare, il krill forma la base della catena alimentare marina antartica, dimostrando che anche i più piccoli organismi possono avere un impatto enorme sugli equilibri naturali del pianeta.

In conclusione, il krill non è solo un semplice "pesce" nell'oceano ma un elemento vitale che sostiene la biodiversità marina e contribuisce alla salute del nostro pianeta attraverso complessi processi ecologici. La sua esistenza evidenzia l'importanza della conservazione degli oceani e della comprensione dei delicati equilibri che regolano la vita marina.

Domande Frequenti:

Il krill pesce, noto principalmente per la sua importanza ecologica nei mari antartici, suscita numerose domande riguardo alle sue caratteristiche e al suo ruolo negli ecosistemi marini. In questo contesto, cercheremo di rispondere ad alcune delle domande più frequenti relative a questo piccolo ma significativo abitante degli oceani.

E possibile avvicinarsi al Krill in natura

Il krill pesce, comunemente noto semplicemente come "krill", rappresenta un elemento fondamentale dell'ecosistema marino, soprattutto nelle fredde acque antartiche. Questi piccoli crostacei sono cruciali nella dieta di molte specie marine, inclusi balene, foche e pinguini. La domanda se sia possibile avvicinarsi al krill in natura merita una riflessione approfondita, considerando vari aspetti che vanno dall'ecologia alla conservazione.

Innanzitutto, è importante sottolineare che questo pesce vive prevalentemente in acque polari, particolarmente nell'Antartico. Queste regioni sono caratterizzate da condizioni ambientali estreme, che rendono l'accesso non solo difficile ma spesso rischioso senza le adeguate precauzioni e attrezzature. Gli studi sul krill vengono per lo più condotti da ricercatori specializzati mediante spedizioni scientifiche ben equipaggiate.

Avvicinarsi a questo animale in natura richiede quindi un'approfondita conoscenza del suo habitat e delle dinamiche che regolano le sue popolazioni. Le ricerche sul campo possono includere il monitoraggio tramite sonar per stimare la densità di popolazione del krill o l'utilizzo di reti planctoniche per catturarne campioni. Queste metodologie permettono di studiare da vicino il krill senza necessariamente interferire significativamente con il suo ambiente naturale o con le sue abitudini.

È fondamentale, tuttavia, operare sempre con un forte senso di responsabilità ecologica. Questo pesce è soggetto a pressioni crescenti dovute ai cambiamenti climatici e alla pesca industriale. Pertanto, qualsiasi tentativo di avvicinamento dovrebbe essere guidato da principi di sostenibilità e minimo impatto ambientale. La comunità scientifica internazionale è impegnata nel monitoraggio delle popolazioni di krill per assicurare che le attività umane non ne compromettano la sopravvivenza.

In conclusione, avvicinarsi al krill in natura è tecnicamente possibile attraverso ricerche scientifiche mirate e responsabili. Tuttavia, data la delicatezza dell'ecosistema antartico e l'importanza cruciale del krill per la biodiversità marina, ogni intervento deve essere attentamente valutato e gestito con il massimo rispetto per l'ambiente. La conoscenza approfondita e la conservazione attivasono indispensabili per garantire che le generazioni future possano continuare a beneficiare della ricchezza di vita sostenuta da questi piccoli ma significativi abitanti degli oceani.

Dove posso osservare il Krill in natura

Il krill, piccoli crostacei che svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, rappresenta una fonte alimentare fondamentale per numerose specie marine, tra cui balene, foche e uccelli marini. Sebbene questi organismi siano minuscoli, il loro impatto sulla vita marina e sulla salute degli oceani è immenso. Per gli appassionati di natura e di vita marina che desiderano osservare il krill nel suo habitat naturale, ci sono diverse località in tutto il mondo dove questo è possibile.

L'Antartide è forse la destinazione più nota ed eminente per l'osservazione del krill in natura. Le acque fredde e nutrienti che circondano il continente antartico offrono le condizioni ideali per il krill, che si raduna qui in masse enormi, formando vere e proprie "nuvole" sott'acqua visibili anche dalla superficie. Gli operatori turistici nella regione organizzano spesso spedizioni che permettono ai visitatori di assistere a questo incredibile fenomeno naturale, oltre a offrire l'opportunità di vedere da vicino le specie che si nutrono di krill.

Altre regioni polari, come l'Artico, offrono opportunità simili. Benché le popolazioni di krill nelle acque artiche siano generalmente meno dense rispetto a quelle antartiche, la fauna locale dipende fortemente da questi organismi per la propria sopravvivenza. Le crociere nell'Artico possono quindi fornire occasioni uniche per osservare non solo il krill ma anche i suoi predatori naturali in azione.

È importante notare che l'osservazione del krill richiede una certa dose di fortuna e pianificazione. Poiché questi organismi tendono a concentrarsi in determinate aree in base alle condizioni oceanografiche e al ciclo stagionale, la collaborazione con guide esperte e operatori turistici specializzati può incrementare significativamente le possibilità di successo.

In conclusione, per coloro che sono interessati a osservare il krill in natura, l'Antartide rappresenta la destinazione principale grazie alle sue vastissime concentrazioni di questi organismi. Tuttavia, altre regioni polari come l'Artico offrono alternative valide. Lavorare con guide esperte e scegliere il periodo giusto dell'anno sono fattori chiave per massimizzare le possibilità di osservare questi incredibili abitanti degli oceani nel loro ambiente naturale. Ciò non solo offre un'esperienza unica e indimenticabile ma contribuisce anche a sensibilizzare sull'importanza del krill e degli ecosistemi marini in generale. La conservazione di queste specie e dei loro habitat è fondamentale per la salute dei nostri oceani, rendendo l'osservazione responsabile del krill non solo un'attività affascinante ma anche un gesto di rispetto verso il pianeta.

Qual è lo status di conservazione del Krill

Il krill, piccoli crostacei che popolano gli oceani del mondo, svolge un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, in particolare nelle fredde acque antartiche dove rappresenta una componente fondamentale della catena alimentare. Tuttavia, lo status di conservazione del krill è oggetto di crescente preoccupazione a causa di vari fattori che minacciano la sua sopravvivenza e abbondanza.

Il krill antartico, noto scientificamente come Euphausia superba, è particolarmente importante per l'ecosistema polare. Esso serve da nutrimento per una vasta gamma di specie marine, inclusi pesci, uccelli marini, foche e balene. La pesca del krill si è intensificata negli ultimi decenni, alimentata dalla domanda di prodotti ittici e integratori alimentari ricchi di Omega-3. Questa crescente pressione di pesca solleva preoccupazioni circa l'impatto sulle popolazioni di krill e sulla salute dell'ecosistema antartico nel suo complesso.

La Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Antartiche (CCAMLR) è l'organismo incaricato della gestione della pesca del krill nell'Oceano Antartico. La CCAMLR ha adottato un approccio precauzionale alla gestione della pesca del krill, stabilendo quote di cattura basate su valutazioni scientifiche dell'abbondanza e della distribuzione del krill. Nonostante questi sforzi, la sfida rimane nel monitorare efficacemente le catture e garantire che le attività di pesca non compromettano la resilienza delle popolazioni di krill.

Altri fattori contribuiscono all'incertezza riguardo allo status di conservazione del krill. I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia significativa, poiché il riscaldamento delle temperature oceaniche e la riduzione del ghiaccio marino possono influenzare negativamente l'habitat del krill e le sue dinamiche riproduttive. Inoltre, l'acidificazione degli oceani potrebbe impattare sulla capacità del krill di mantenere i suoi gusci calcarei, essenziali per la sua sopravvivenza.

In conclusione, lo status di conservazione del krill richiede un'attenzione costante e azioni coordinate a livello globale per garantire la sostenibilità delle sue popolazioni. È fondamentale continuare a monitorare le popolazioni di krill attraverso ricerche scientifiche, nonché implementare e rispettare rigorosamente le regolamentazioni di pesca stabilite dalla CCAMLR. Solo attraverso uno sforzo congiunto tra comunità scientifica, industria della pesca e governi, sarà possibile proteggere questo vitale componente degli ecosistemi marini e assicurare che continui a svolgere il suo ruolo critico nella catena alimentare antartica. La cooperazione internazionale è quindi imprescindibile per affrontare le minacce legate al cambiamento climatico e alla pesca eccessiva, garantendo così che il krill possa prosperare per le generazioni future.

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Articolo prodotto da GRUPPO DIGI

 

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